Rocca di Papa, il focolaio al San Raffaele dovuto alle corsie comuni: positivi negli stessi ambienti degli altri pazienti

Pazienti positivi al coronavirus negli stessi reparti dei no Covid, operatori non sufficienti e addirittura assenti la notte. Quello che emerge dai verbali dell’ultimo sopralluogo degli ispettori della Asl Rm 6 e dei carabinieri del Nas di Roma, che lunedì sono entrati nella clinica San Raffaele di Rocca di Papa, è un quadro inquietante. E che suffraga i sospetti dei primi rilievi della Polizia locale. E poco conta che ieri la struttura abbia inviato una nota alle autorità con alcune giustificazioni. Per l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, «la San Raffaele deve adempiere alla prescrizioni, le indicazioni circa il contenimento del virus erano state date il 24 gennaio, né sono accoglibili richieste di modificare i verbali».

Ieri i carabinieri del Nas hanno depositato una prima corposa informativa sul tavolo del sostituto procuratore di Velletri Giuseppe Travaglini. Sono almeno una trentina le morti sospette su cui indagano i pm dei Castelli, ma il numero sembra destinato a salire. Sulla struttura di Rocca di Papa dove, a oggi, si contano 161 positivi di cui 121 pazienti e 40 operatori sanitari, la Procura di Velletri ha aperto un fascicolo al momento per omicidio colposo, ma si profila anche l’epidemia colposa e presto potrebbero scattare i primi provvedimenti. Non è escluso il commissariamento.

La struttura tra l’altro, è accreditata per 95 posti letto di lungodegenza ed è lì che sarebbe scoppiato il focolaio. Nelle relazioni al sopralluogo del 20 aprile, scrivono gli ispettori e i carabinieri, «si è constatato che a fronte dei 70 pazienti presenti all’interno del reparto Rsa alle ore 12, solo 20 di loro erano stati adeguatamente assistiti nell’espletamento delle pulizie quotidiane rimanendo pertanto gli altri 50 privi di idonea igiene e assistenza». C’è dell’altro. Gli ispettori mettono nero su bianco che «dalla visione dei turni programmati per aprile in Rsa per la notte di domenica 20 non risulta la presenza di personale infermieristico e assistenziale».
Non solo. «Il numero dei pazienti positivi, trasformano di fatto la struttura in una Rsa Covid e il personale in servizio non appare sufficiente a garantire una assistenza adeguata». Delle evidenze emerse ne ha preso atto la sindaca Veronica Cimino che le ha fatte sue nell’ordinanza con cui ha chiesto alla struttura di dare immediata esecuzione alle prescrizioni sanitarie fornite dalla Asl e a provvedere al corretto smaltimento dei rifiuti da Covid. «La matematica non è una opinione – dice la sindaca – parleranno i numeri dei morti, dei malati. Sono i numeri che faranno giustizia». Secondo la San Raffaele Spa «sin dal primo caso positivo» né i medici di medicina generale o del servizio sanitario nazionale, «si sono più recati presso la nostra Rsa pur avendo la responsabilità medica prevista dalla normativa». Intanto, è stato disposto il trasferimento di 21 pazienti, fondamentale è sapere se i Covid positivi saranno accolti in strutture adeguate senza pericolo di ulteriori contagi. «In queste ore – ha detto il comandante della polizia locale Gabriele Di Bella – stiamo chiedendo la certificazione che attesti dove siano state portate queste persone e se sono positive o meno al Covid. La zona di isolamento è una cintura impenetrabile e tutto quello che entra e esce passa attraverso la supervisione dei check point. Ho sollecitato la direzione amministrativa e sanitaria a trasmettere tempestivamente la documentazione in assenza della quale sarà trasmessa subito una informativa alla Procura».

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