“RM Malinconica” il nuovo degli era505 è un’istantanea emozionale della Capitale

Istantanee urbane e malinconiche, rime taglienti e sensazioni
struggenti. Questa è “RM Malinconica”, il titolo del nuovo singolo
del duo romano era505. La band composta dagli MC Flavio Guarasci e
Pietro Cencioni, torna con un brano dalle sonorità intime e dal
contenuto ricco di emozioni. Una rap ballad con la produzione di Skeyez
Beats porta l’ascoltatore alla scoperta degli angoli notturni della
Capitale, accompagnati dalle liriche dei due musicisti che scavano nei
meandri delle loro personali sensazioni.

La solitudine e la carenza di
relazioni umane potrebbero essere viste come effetti del modello di vita
individualista e competitivo, che al giorno d’oggi valorizza la
concorrenza e l’appiattimento dei rapporti sociali. La dipendenza da
droghe e l’ansia, sono solo i risultati della pressione sociale e dalle
aspettative, che ogni giorno vengono generate della vita di una
metropoli. L’immagine notturna di Roma descritta nel brano potrebbe
rappresentare una forma di fuga dalla realtà, dal disagio delle
relazioni e dalla mancanza di rapporti sani. Il ritornello sospeso che
fa da ponte alle due strofe, è sostenuto da morbidi beat incorniciati
da un raffinato arrangiamento ricco di archi e inserti elettronici.
Il singolo è accompagnato dall’omonimo videoclip realizzato da
Ferdinando Montone per Himalaya Studio.

Una scelta narrativa precisa
quella del bianco e nero per le riprese, una fotografia senza colore per
rappresentare una Roma spenta, senza vivacità. La città notturna,
palcoscenico della narrazione, è fonte di solitudine è tristezza
teatro di ricerca di connessioni e sicurezza in un mondo incerto e
malinconico. Tra gli spazi postindustriali del Villaggio Globale a
Testaccio, le riprese nella macchina ferma rappresentano l’assenza di
stimoli e possibilità nella vita dei due ragazzi. Nelle immagini i due
protagonisti persi per le strade romane, ritraggono la vera malinconia
che risiede nelle persone che ballano cercando di esorcizzare la
tristezza di una generazione.

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