Corte Europea sospende sgombero del campo nomadi River Camping

A seguito del ricorso di tre abitanti del campo la Corte Europea ha sospeso le operazioni di sgombero del campo rom River Camping. Notizia annunciata dall’Associazione 21 luglio e confermata dal Campidoglio.

Lo sgombero definitivo era atteso dopo un’ordinanza sindacale, ma già in passato erano state avviate alcune azioni per liberare l’area tra cui la rimozione dei moduli abitativi comunali, che aveva suscitato diverse polemiche. Lo sgombero, sottolinea l’associazione 21 luglio, “era previsto per oggi, ovvero 48 ore dopo la notifica agli abitanti dell’ordinanza firmata dalla sindaca Raggi”. Ma, come ha specificato il presidente Carlo Stasolla, “era già iniziata, dal 21 giugno, la distruzione di 50 moduli abitativi di proprietà del Comune. Una soluzione lesiva dei diritti degli abitanti, che però non si sono allontanati dal campo”. Le tre persone rom ricorrenti hanno vissuto per alcuni anni nell’insediamento in cui attualmente risiedono circa 300 persone, esclusivamente rom, “segregate su base etnica e i cui diritti umani sono stati ripetutamente violati”, commenta la 21 luglio che “accoglie con grande soddisfazione la decisione della Corte Europea e auspica che il Comune di Roma possa coglierne l’importanza per una profonda revisione del ‘Piano rom’ e per avviare una rinnovata e genuina consultazione con le persone dell’insediamento”.

Il Campidoglio, da parte sua, “sta offrendo da oltre un anno ai residenti del Camping River un ampio ventaglio di possibilità e strumenti – fa sapere -: dal sostegno alla ricerca di una casa e di un lavoro ai rientri” volontari assistiti nei paesi di origine”. “La possibilità di accedere a queste misure – riferiscono – è stata estesa in via straordinaria fino al 30 settembre, cioè anche successivamente alla data di scadenza dell’ordinanza sindacale, con l’obiettivo di assicurare una costante tutela dei diritti umani”.

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