Si chiama “conto base” ed è attivo da fine giugno, grazie al Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze n° 70 del 3 maggio 2018 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 140 del 26 giugno. Si tratta di un conto corrente zero spese a cui è collegata una carta bancomat, dedicato ai cittadini economicamente più in difficoltà: a fronte, infatti, dell’esclusivo pagamento di un canone annuale – esiguo poiché anch’esso deve perseguire il fine di inclusione sociale che guida la normativa generale anche a livello europeo – è possibile effettuare un prestabilito numero di operazioni senza costi o spese aggiuntive di nessun tipo.
L’esigenza è quella di andare a colmare un vuoto normativo che tuteli i diritti di quei cittadini che non possono aprire un conto corrente “normale” perché non in grado di sostenere le spese che su di esso gravano, spese che possono arrivare anche a 200 Euro l’anno.
Il Decreto summenzionato ha dato, in buona sostanza, definitiva attuazione agli artt. 126 vicies-semel, 126 vicies-bis e 126 vicies-quater del Testo Unico Bancario con l’obiettivo di normare nel dettaglio le caratteristiche che devono essere possedute dal conto base.
Cominciamo con il definire, quindi, chi può richiederne l’apertura: tutti i pensionati che hanno un reddito lordo non superiore a 18.000 Euro e tutti i cittadini con Reddito ISEE inferiore a 11.600 Euro; tutti gli aspiranti titolari, inoltre, non devono essere intestatari di altri conto correnti. È sufficiente sottoscrivere un’autocertificazione che attesti i requisiti reddituali posseduti, anche se entro il 31 maggio di ogni anno bisogna comunicare alla banca di riferimento il reddito esatto, pena l’esclusione dal regime agevolato concesso.
Come abbiamo già accennato le operazioni annuali comprese nel pacchetto sono limitate e variano leggermente a seconda che l’utente sia un pensionato o un cittadino.
Partiamo dalle operazioni massime ammissibili per l’utente non pensionato: 6 prelievi di contante e 12 versamenti di contanti e/o assegni allo sportello, prelievi illimitati con il bancomat presso la propria banca e per un massimo di 12 presso gli ATM degli altri istituti di credito, addebiti SEPA illimitati, 36 bonifici in entrata, comprensivi di accrediti di stipendi o pensioni, 12 bonifici in uscita ricorrenti e 6 bonifici in uscita liberi e pagamenti illimitati con la carta di pagamento collegata.
Per i pensionati, invece, cambiano un po’ le cifre: sono 12 i prelievi di contante e 6 i versamenti allo sportello, 6 anche i prelievi con bancomat presso gli ATM di banche diverse, illimitati i bonifici in arrivo e 6 i bonifici ricorrenti, mentre tutto il resto rimane uguale.
Una bella novità, insomma, soprattutto per l’utenza più anziana e meno informatizzata che non ha la dimestichezza giusta con il Web, sul quale, va detto, si trovano moltissimi conti correnti senza costi estremamente vantaggiosi (alcuni esempi su http://www.migliorcontocorrente.org/zero-spese.htm) , alcuni ancora di più di quelli previsti dal recente Decreto del MEF.