In Campidoglio, sfruttando l’onda lunga dello smart working imposto dal coronavirus, sono pronti a cogliere l’occasione al volo per cambiare turni e modalità di lavoro dei dipendenti.
Sono circa 24mila i lavoratori comunali, considerando anche i vigili e gli insegnanti negli asili, entrambi 6mila unità.
Per un quinto di loro, da oggi in poi ci si baserà sul numero di pratiche svolte per valutarne l’operato. Lavoro da casa quindi, come al momento sta già facendo l’80% degli impiegati.
Molti di loro, terminato il periodo d’emergenza, torneranno nei loro uffici, ma una buona parte no. La prossima settimana, infatti, la giunta comunale approverà un piano per il mantenimento dello smart working, che rimarrà permanente e a rotazione.
Saranno esclusi i profili professionali legati al cosiddetto front office:chi ha rapporti diretti con gli utenti, dai vigili alle insegnanti, agli sportellisti dell’Anagrafe. Per gli altri invece il tele-lavoro diventerà pratica ordinaria e non più straordinaria.
Diverse le categorie: i contabili della Ragioneria, i legali dell’Avvocatura capitolina, l’ufficio Toponomastica, l’ufficio Statistica, l’ufficio Stampa, i dipendenti che si occupano dei progetti e dei finanziamenti europei, buona parte degli impiegati dei municipi, con l’esclusione appunto di chi all’Anagrafe si confronta con i cittadini durante il turno.
Antonio De Santis, l’assessore al Personale e all’Anagrafe di Roma ricorda: “Abbiamo creato tutte le condizioni affinché il lavoro agile diventi una modalità ordinaria di lavoro. Questo per la disponibilità mostrata dai dipendenti, che sin da subito hanno affrontato la novità con un approccio proattivo. Stiamo affinando gradualmente il modello organizzativo affinché la nostra macchina, anche tramite il lavoro agile, sia reattiva rispetto ai bisogni di una società dinamica e in continua trasformazione”.