Il piano di superamento dei campi rom per cui vennero stanziati 3,8 milioni di euro dall’Unione Europea dal 2014 al 2020, non ha portato al raggiungimento degli obbiettivi sperati.
Giunti ormai all’ultimo anno di finanziamento i campi dovrebbero essere quasi scomparsi; al contrario, la realtà dei fatti è ben lontana dalle aspettative e le buone intenzioni per il superamento dei campi non sono servite.
Nei centri Barbuta e Monachina solo uno su sei ha provato a cambiare vita; il Campidoglio aveva proposto un accordo per chi decidesse di uscire dai campi: invece di rovistare i cassonetti per cercare ferraglia e abbandonarla o bruciarla nei roghi, gli oggetti raccolti sarebbero stati destinati al riciclo.
Solo in 10 hanno accettato questo patto.
Nelle due baraccopoli sopra citate, situate rispettivamente nel VII e XIII Municipio, su 402 persone solo 68 hanno deciso di provare tirocini, percorsi formativi o di avviamento al lavoro. I contratti di lavoro vero firmati sono solo due, mentre le famiglie dal 2018 sono scese meno della metà. Piccoli successi ci sono stati, soprattutto sui minori avviati in un percorso scolastico, ma per quanto riguarda gli adulti ci sono numerose difficoltà. Per i rom il piano di superamento dei campi rom non è un’opportunità.