Balbuzie: quali sono le cause? come superarla? Conferenza informativa a Roma con la dott.ssa Chiara Comastri

L’incidenza mondiale della balbuzie va dal 5% all’8%, per arrivare al 17% se calcolata nei bambini e persiste in circa l’1% della popolazione. In Italia si contano quasi 1 milione di persone che si trovano ad affrontare questo disturbo.
Promuovere una maggiore informazione sulla balbuzie e sulle sue conseguenze è fondamentale al fine di migliorare la qualità di vita di chi ne soffre e abbattere tutti quegli stereotipi che contribuiscono ad aumentare il senso di frustrazione e a limitare le relazioni sociali e lavorative.

La balbuzie è, infatti, una problematica che può essere causa di difficoltà relazionali e disturbi legati alla sfera emotiva quali ansia, timore del giudizio e bassa autostima, ma che può essere anche superata. Tali tematiche sono state al
centro della conferenza informativa che la dott.ssa Chiara Comastri ha tenuto presso il Centro Congressi Cavour di Roma lunedì 5 giugno.

Molte persone finiscono con il rassegnarsi a convivere con questo disturbo, convinte che non si possa fare nulla per superarlo. In realtà non è così e lo dimostra proprio la storia della dott.ssa Comastri: Psicologa ex balbuziente e
ideatrice del metodo Psicodizione è, ad oggi, una delle maggiori esponenti italiane in questo ambito con esperienza ventennale nel trattamento della balbuzie.

Tiene conferenze di rilevanza internazionale sull’argomento, seminari all’interno delle Università e sessioni di formazione per operatori e pediatri. Importanti le sue partecipazioni, a fini divulgativi, in diversi programmi televisivi sui canali Rai,
Mediaset e TV2000. “La balbuzie è molto di più di quello che si crede, è un mondo sotterraneo fatto di persone che spesso non vengono comprese perché nascoste dietro maschere create nel tentativo di non farsi scoprire e di nascondere la propria balbuzie”

Una storia di balbuzie risolta.
“Ho cominciato a balbettare all’età di tre anni, senza un motivo apparente” spiega la dott.ssa Comastri “ripetendo la sillaba dell’inizio della frase o allungando la vocale iniziale. Crescendo, poi, ho imparato a mascherare il più possibile i miei blocchi, attraverso giri di parole, sinonimi, forzando il suono o alterando il flusso della respirazione. Come per ogni altro balbuziente, l’unico scopo era diventato il non far accorgere l’interlocutore del fatto che mi stavo per inceppare”. “A scuola era molto difficile” ricorda “le interrogazioni mi creavano molta ansia con conseguenti blocchi molto evidenti e, quando mi compativano, provavo dolore e rabbia”. Partendo dalla sua esperienza personale e dalla sua specifica ricerca, che negli anni l’ha portata a risolvere la balbuzie, Chiara Comastri ha elaborato il metodo Psicodizione, che dal 2004 ha aiutato oltre 6.500 persone.

Si può, quindi, intervenire per superare la balbuzie? Qualsiasi siano le cause che hanno provocato la balbuzie è certamente possibile intervenire ed affrontare questo disturbo lavorando su due piani: inizialmente sull’aspetto di
rieducazione più tecnico, fornendo strumenti per far tornare la persona causativa nel creare i propri suoni e pronunciare ogni parola con la massima sicurezza.

Parallelamente agendo sull’aspetto emotivo e di gestione del dialogo interno, attraverso esposizioni graduali all’ansia in cui le persone riabilitano le proprie competenze comunicative vivendo situazioni che incontrano nella propria quotidianità.

Spesso, infatti, chi balbetta tende a crearsi una serie di protezioni che pian piano lo ingabbiano in uno spazio relazionale sempre più stretto, fino a limitare ogni area della sua vita, sociale, di studio o lavorativa. Il lavoro di riabilitazione deve poter consentire alla persona di non avvertire più la sensazione del blocco anticipatorio che si manifesta in mente ed insegnare ad utilizzare l’ansia e l’emotività a proprio vantaggio, potenziando le abilità comunicative personali e l’autostima.

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