Ama, si rifiutano di lavorare in 500: la protesta dei lavoratori

È scontro tra dirigenza e dipendenti: alcuni esponenti dell’azienda parlano di ammutinamento, mentre i sindacati replicano che si tratta di tutela per il coronavirus.

Dopo la morte di un dipendente dello stabilimento di Rocca Cencia per il CoVid-19, diversi addetti alla raccolta dei rifiuti si sono rifiutati di uscire per le strade della Capitale. Sono circa 500 a ribellarsi per le condizioni di lavoro, accusando la municipalizzata di non fornire i dispositivi di protezione necessari.

La società respinge le accuse e fa sapere di avere messo a disposizione oltre 120mila Dpi, circa 193mila guanti, 7.500 tute, di sanificare le strutture e preso le prime misure precauzionali già a fine febbraio.
L’Ad Stefano Zaghis: “Abbiamo a cuore più di ogni altra cosa la salute dei nostri lavoratori. In magazzino abbiamo altre 200 mila mascherine, adatte a ogni servizio, che sono già in distribuzione.

Le prime proteste spontanee in questo sciopero bianco sono partite a inizio settimana nella parte Est della Capitale, quando 20-30 lavoratori a turno hanno comunicato all’azienda che non c’erano le condizioni per effettuare il servizio. E nei giorni la protesta si è spostata un po’ ovunque e anche sui turni del pomeriggio e quelli di semi-notte, con circa 150 operatori che si fermano in ogni fascia oraria. 

L’azienda sta valutando sanzioni disciplinari, inaccettabili per i sindacati.

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