Al Museo Delle Mura la mostra un’Altra Moda. Sfumature e significati che rendono prezioso ogni dettaglio di vita

7 temi scelti, per un totale di 35 fotografie. Un percorso ricco di riflessioni, e approfondimenti dedicati al rapporto tra fotografia, moda, attualità e inclusività.

La mostra Un’altra moda. Sfumature e significati che rendono prezioso ogni dettaglio di vita, in programma al Museo delle Mura fino al 6 agosto, intende dare risalto, attraverso la fotografia, ai tanti capi e accessori adottati dal mondo della moda e poi assimilati nella vita quotidiana, tentando, al contempo, di sovvertire il loro senso comune per scoprirne i significati più profondi, spesso sconosciuti. Artefice di questo viaggio attraverso la storia della moda e di alcuni suoi simbolici oggetti è Raimondo Rossi, in arte Ray Morrison, artista e fotografo di moda molto attivo negli Stati Uniti e fresco vincitore a Hollywood del riconoscimento Inspired by you.

La mostra è promossa da Roma Capitale – Assessorato ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura. A cura di Raimondo Rossi.

Oltre a valorizzare l’individualità che emerge dagli sguardi delle modelle e dei modelli, il ricco reportage di Rossi invita il visitatore ad avere un approccio rispettoso e cosciente nei confronti del mondo della moda, ad analizzare l’immagine e a riflettere su ogni singolo dettaglio presente in campo. Non solo per capire il valore simbolico di oggetti considerati ormai di uso comune ma anche per superare gli stereotipi che il mondo della moda ha costruito per decenni attorno ad essi. È così che dietro all’immagine di labbra decorate con un rossetto o allo scatto di un ragazzo che indossa una felpa con il cappuccio, si celano in
realtà lunghi percorsi e processi sociali attraverso i quali quegli oggetti hanno camminato.

Tragitti tortuosi fatti di battaglie culturali e momenti storici difficili, legati spesso a storie di discriminazione o di vita di “eroi” del passato che a quegli oggetti legarono la propria immagine.

I visitatori, attraverso gli scatti e i volti rappresentati, si troveranno a essere spinti verso un approccio diverso nei confronti delle persone che li circondano, incoraggiati a guardare oltre l’apparenza esteriore, oltre l’abbigliamento e il trucco, e ad apprezzare la complessità di ogni individuo. Perché la moda è un linguaggio universale, una koinè che usiamo ogni giorno inconsapevolmente ma che invece porta con sé la forza della storia che rappresenta. Da diversi anni, Raimondo Rossi si è distinto per i suoi reportage di moda innovativi, che si concentrano sulle storie dei modelli, sugli abiti e sui designer. Questo approccio nuovo gli ha garantito l’attenzione di importanti pubblicazioni come Rolling Stone Italia, nonché la possibilità di esporre il suo lavoro in rinomati centri d’arte, come il celebre The Found in Cina. Inoltre, Rossi ha diretto anche due cortometraggi, Le note della Moda e Vestimi, che sono stati inseriti, insieme a sue fotografie, nei programmi didattici dell’Andrew College negli Stati Uniti.

Alcune opere di Rossi esposte in mostra sono state pubblicate come parte del “Best Of” su Vogue.com, sezione Photo Vogue. Il suo lavoro nasce da una visione essenziale e cruda, in cui gli scatti, prodotti con macchine fotografiche di livello base, usano luci naturali o d’ambiente con minimi interventi nelle rielaborazioni post-produzione.

Prima di approdare al Museo della Mura, la mostra avrà un’anteprima di due giorni in piazza San Silvestro, nel cuore di Roma, dove, il 6 e il 7 luglio, sarà esposta una selezione di immagini delle sette sezioni. Così, proprio nelle vie della moda, turisti, romani e i molti giovani che le percorrono verranno catturati dagli scatti e dalle riflessioni su ogni tematica affrontata dal progetto di Rossi.

Sempre rivolto ai giovani è, infine, il contest indetto nei giorni scorsi e indirizzato a tutte le accademie e le scuole di moda e d’arte della Capitale. Gli studenti, ispirati dalle tematiche della mostra, hanno avuto la possibilità di presentare, entro il 29 giugno, un lavoro aderente alle finalità del progetto espositivo. A una giuria di professionisti composta da Ilian Rachov (designer), Anna Chiara delle Donne (giornalista, scrittrice), Massimiliano Nocente (scenografo), Maria Frega (giornalista, scrittrice, sociologa), Raimondo Rossi (fotografo), Alessandra Albanesi (giornalista), Fatima Toure (modella) spetta ora il compito di
selezionare il lavoro più meritevole che si aggiungerà ai 35 ritratti esposti in mostra.

Impostazioni privacy