L’esperienza e la produzione giuridica di Roma antica costituiscono una imprescindibile eredità per lo studio del diritto e per lo sviluppo delle istituzioni giuridiche moderne.
La mostra Lex. Giustizia e Diritto dall’Etruria a Roma, ospitata fino al 10 settembre 2023 presso le sale espositive del Museo dell’Ara Pacis, propone alcune riflessioni sul concetto di Giustizia e sull’ordinamento giuridico nella Roma antica, attraverso personaggi, luoghi, testi di legge.
La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai beni Culturali ed è organizzata dal Centro Europeo per il Turismo (CET) con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura. La mostra e il catalogo, edito da Gangemi Editore, sono a cura dell’archeologo Vincenzo Lemmo.
Il percorso muove da alcune premesse a carattere storico e sociale sul concetto di Giustizia, sul ruolo del Diritto nella società etrusco-italica e nel tessuto della Roma monarchica, per poi sottolineare l’importante passaggio da una tradizione orale ai vincoli dei dispositivi fissati dalla scrittura. Al di là di una contestualizzazione cronologica di alcuni fenomeni e istituti, la mostra vuole offrire al visitatore una sintetica panoramica degli elementi fondanti il diritto romano, la sua pervasività nella vita quotidiana di un civis, e le più importanti istituzioni giuridiche.
Il percorso si snoda attraverso più di 80 opere provenienti dalle collezioni dei Musei civici di Roma Capitale, da musei e istituzioni nazionali e da collezioni private, suddiviso in 11 sezioni tematiche.
Da una prima sezione, dedicata a narrazioni mitiche attraverso cui leggere aspetti sociali e culturali fondamentali a comprendere il concetto di Giustizia e la sua connessione con il mondo degli dèi e l’etica degli eroi, il percorso propone delle riflessioni sul diritto nella Roma monarchica, evidenziandone gli elementi essenziali, anche in virtù delle difficoltà
legate alla scarsità delle fonti a disposizione. Forte era il legame tra giustizia, diritto e religione: l’esigenza era quella di una amministrazione della giustizia che facesse della repressione uno strumento necessario a mantenere in equilibrio il rapporto con gli déi, la pax deorum.
La parte centrale della narrazione si focalizza su alcuni temi caratterizzanti la politica e l’amministrazione della giustizia nella Roma repubblicana: da un importante momento di transizione, la fissazione scritta delle leggi, alle principali magistrature, fino al concetto di imperium e ai simboli che accomunavano alcune di esse, essenzialmente distinte per
competenze. In questo contesto, una piccola finestra sulla quotidianità del lavoro del magistrato sarà offerta da alcune opere da collezione privata.
Il percorso offre poi una riflessione sulla persistenza della relazione tra politica, amministrazione della giustizia e religione in epoca imperiale: lo si legge attraverso le testimonianze delle rappresentazioni di Aequitas e Iustitia sulle monete e la personificazione di questi stessi concetti con membri della famiglia imperiale. La narrazione a carattere più generale si conclude con una sezione dedicata ai luoghi di amministrazione della giustizia, scenografia quotidiana dei processi, sia in epoca repubblicana che in epoca imperiale.