Vaticano, dietro front sulle chiusure: chiese parrocchiali e oratori aperti

Nella serata di ieri, il cardinale vicario Angelo De Donatis, ha condiviso con parroci, istituzioni e stampa un decreto con il quale si imponeva la chiusura di tutte le chiese fino al 3 aprile.

Oltre alla chiusura, per i fedeli cadeva anche l’obbligo di recarsi alla messa domenicale . Un provvedimento mai preso prima nella chiesa di Papa Francesco e dei suoi predecessori.

Ma proprio Bergoglio, nella mattinata di oggi, durante la celebrazione mattutina a Santa Marta, ha pronunciato parole contrastanti con le decisione prese:
“Non sempre le misure drastiche sono buone”.

È cosi che poche ore fa c’è stato il dietro front di De Donatis e del Vicariato, con un nuovo decreto che smentisce quanto affermato nel primo e lo rettifica.
“Il decreto numero 468 viene modificato ponendo in capo ai sacerdoti e a tuti i fedeli la reponsbilità ultima dell’ingresso nei luoghi di culto, in modo tale da non esporre ad alcun pericolo di contagio la popolazione e nel contempo evitare il segno della interdizione fisica dell’accesso al luogo di culto attraverso la chiusura del medesimo, la quale potrebe creare disorientamento e maggiore senso di insicurezza”.

Quindi resteranno chiuse al pubblico le chiese non parrocchiali e più in generale gli edifici di culto di qualunque genere. Restano invece aperte le chiese parrocchiali e quelle che sono sedi di missioni con cura d’anime ed equiparate. Sono altresì accessibili gli oratori di comunità stabilmente costituite.

De Donatis in una lettera ai fedeli comunica che “con una decisione senza precedenti, consultato il Papa, avevamo pubblicato ieri il decreto per la chiusura di tutte le chiese. Non ci ha spinto una paura irrazionale o peggio un pragmatismo privo di speranza evangelica. Ma l’obbedienza alla parola di Dio (…) Poi stamattina ci ha spinto a prendere in considerazione una altra esigenza, che dalla chiusura delle nostre chiese potesse la gente trovare disorientamento”.

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