Ritrovarsi con stipendi non pagati può causare non poca preoccupazione. Tuttavia, il lavoratore che vive questa situazione può difendersi.
Un rapporto di lavoro dovrebbe prevedere correttezza da entrambe le parti, anche se non sempre questo avviene. Non sono pochi gli imprenditori che purtroppo sanno quanto sia difficile trovare un nuovo impiego in un periodo come questo, al punto tale da approfittarsi della disponibilità dei dipendenti.
Non mancano, ad esempio, episodi di straordinari non saldati solo perché si ritiene sia quasi dovuto chiedere a una persona di restare sul posto per qualche ora in più. La situazione non può che peggiorare in caso di stipendi non pagati, problema che purtroppo risulta essere più diffuso di quanto si possa pensare.
Stipendi non pagati: tutelarsi è possibile
Ognuno di noi può avere delle spese fisse da sostenere, ma non può che sentirsi più tranquillo grazie al guadagno mensile che ha la possibilità di percepire. Avere uno o più stipendi non pagati non può quindi che essere una criticità non da poco se si hanno delle scadenze da rispettare. In casi come questo, pur sapendo di avere ragione, si può però provare vergogna nel manifestare la propria necessità, al punto tale da temere che questo possa pregiudicare il proprio rapporto di lavoro.
In realtà, non si deve avere alcuna paura proprio perché la legge tutela il lavoratore quando si verificano situazioni così spiacevoli. Qualora si noti che il versamento tarda ad arrivare, è possibile inviare al datore di lavoro con raccomandata A/R o PEC un sollecito di pagamento bonario o anche una lettera di diffida a firma dell’avvocato con preavviso di azioni legali.
In alternativa, si può procedere attraverso quello che viene definito “tentativo di conciliazione monocratico”, che porta a manifestare il problema all’Ispettorato del Lavoro, che potrà così organizzare un’ispezione in azienda per verificare quali siano le cause che hanno portato a tutto ciò. Da non scartare anche la possibilità di una conciliazione, da mettere in atto con il supporto dei sindacati, pronti a redigere un verbale alla società, anche se questa non subirà alcuna sanzione per l’accaduto.
E se si va in Tribunale?
La soluzione più estrema in caso di stipendi non pagati, che solitamente viene presa in considerazione se il problema perdura da tempo, consiste ovviamente nel valutare di intentare una causa al datore di lavoro. Chi lo ritiene necessario può depositare al Tribunale competente un decreto ingiuntivo per mancato pagamento. In casi simili è possibile presentare la busta paga come forma di prova scritta, secondo quanto previsto dall’articolo 6333 cpc.
Grazie a questo sistema il giudice può dare ordine al datore di lavoro di provvedere al pagamento di quando dovuto entro un tempo massimo di 40 giorni. Il datore di lavoro ha la possibilità di presentare opposizione al decreto ingiuntivo, in quel caso si procederà dinanzi al Giudice del Lavoro per stabilire chi abbia ragione. Altrettanto importante, come si può dedurre, è essere in possesso della busta paga, che certifica quale sia l’importo che si dovrebbe ricevere.
Se questa non dovesse essere fornita, è possibile presentare richiesta al Giudice per avere un ordine di consegna del cedolino. In alternativa, è possibile motivare l’entità delle spettanze attraverso i flussi UNIEMENS (sistema unitario di inoltro all’INPS delle denunce mensili relative ai lavoratori dipendenti) da cui desumere l’imponibile contributivo, come indicato dal modello CUD.