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San Raffaele, la pista del paziente che ha dato il via al focolaio: falle nella diagnosi

Il contagio al San Raffaele è arrivato a quoti 111 infetti e 5 decessi; i numeri aumentano ogni giorno gonfiando le statistiche di Roma e del Lazio.

Nel frattempo la Procura di Roma indaga sulla nascita del focolaio; ieri i Nas hanno ispezionato la clinica per oltre 4 ore. I militari hanno perlustrato tutto l’edificio, chiedendo informazioni sulle procedure Covid adottate e scartabellando rapporti, elenchi di pazienti, medici e infermieri e cartelle cliniche.
L’indagine per capire da dove sia partito il contagio è ancora agli inizi, ma delle tre piste che vedevano protagonisti due operatori sanitari e un paziente, quest’ultima prende sempre più piede.

Nell’informativa, la scoperta del virus risale al 2 giugno, data in cui l’istituto si è attivato contattando la Asl; si pensa, però, che il contagio possa essere avvenuto settimane prima. Il servizio sanitario regionale, infatti, sta contattando tutti i dimessi dal 1 maggio in poi.

Alcuni ricoverati, avrebbero avuto sintomi collegabili al Covid e si indaga per capire se siano stati svolti tutti gli esami necessari, considerando anche il periodo precedente all’accettazione al San Raffaele.
Si dovrĂ  attendere ancora qualche giorno per scoprire la veritĂ  e se si sia trattato di un deficit delle misure di sicurezza o una mancanza di adeguati controlli.

L’assessore alla sanità D’Amato ha precisato che i casi riconducibili al San Raffaele Pisana sono “il doppio di Vo’. Nel caso del San Raffaele – ha aggiunto – ci sono state delle lacune che adesso stiamo ricostruendo. C’è un problema di percorsi, di direzione sanitaria e di controlli.
Si è risposto con grande tempestività, ma non dobbiamo mai abbassare la guardia perché sono situazioni che possono ripresentarsi”.