Ristoratrice in ginocchio per le nuove chiusure: la sua foto diventa virale

Un incubo continuo quello dei ristoratori italiani e di tanti altri commercianti di moti settori; particolare è la storia di Camilla Moccia, ristoratrice 22enne di Ostia.

La sua foto è diventata virale sui social ed ha fatto il giro del web; i ristoratori si riconoscono tutti in questa immagine, piegati e buttati a terra dalle restrizioni dovute al Covid.
A pochi minuti dalla fine dell’ultima giornata di lavoro, Camilla, stanca e con il cuore gonfio di tristezza, si accascia nella sua cucina: lo sguardo basso e le mani sul volto in segno di disperazione. 

Il racconto della protagonista:
“Non mi aspettavo questa ondata di affetto è stata travolgente. I commenti mi hanno dato una carica di emozioni, tanto da trovare la forza per ripartire. Adesso ho capito che ci vuole il sorriso per andare avanti e affrontare le questioni, anche le più difficili”.

Il quotidiano Il Messaggero, che ha intervistato la giovane classe 1999, riporta le parole di una donna piegata ma col sorriso in volto:
“Ho creduto con tutta me stessa in questa attività, tanto da aprirla un anno e mezzo fa più o meno – prosegue Camilla – prima è servito del tempo per ingranare, poi abbiamo cominciato ad andare molto bene, giusto il tempo necessario che poi è subentrata la pandemia. Lockdown e chiusure ballerine hanno caratterizzato questi ultimi mesi e anche il nostro umore, così prima dell’ultima chiusura c’è stato il crollo. E quella foto. Però, io e la mia famiglia non siamo persone che si arrendono facilmente. Insisteremo con l’asporto che a noi è consentito e con la speranza che per Pasqua qualcuno possa ordinare la nostra pasta fresca. In queste ore è arrivato l’affetto di tutta Italia. La potenza di quell’immagine è stata devastante. Ci sono state persone che dall’altra parte del Paese ci hanno detto che verranno a mangiare da noi quando tutto questo sarà finito”.

Le certezze continuano ad essere poche:
“La scorsa settimana, per esempio – dice la giovane – avevamo finito tutte le derrate e abbiamo dovuto fare la spesa non sapendo che venerdì saremmo tornati in zona rossa. Abbiamo speso 400 euro, rifatto tutta la linea con le stime, e poi finisce che devi mandate via la gente perché le stime non sono infallibili. In questi casi trovi quello che capisce e quello che fa storie. Abbiamo acquistato alimenti sottovuoto che possano conservarsi, anche se abbiamo ancora 180 uova da dover smaltire e con questi alti e bassi, continuiamo a vivere con l’incertezza”.

Ma la speranza non la abbandona:
“Abbiamo chiuso la cassa il 22 dicembre e riaperto per tre giorni a gennaio, abbiamo pagato ugualmente i costi fissi. Una situazione insostenibile che va avanti da un anno ormai. Non sappiamo più cosa fare – conclude Camilla – quando anche la speranza continua a vacillare. Riaprire dopo Pasqua? Non vedo il futuro così facile. Ma, di certo, sono pronta a rialzarmi”.

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