Riportata alla luce piscina di 2400 anni fa: enigma per gli archeologi

L’archeologa della Soprintendenza di Roma Barbara Rossi, responsabile dell’area, commenta così la scoperta di una piscina olimpionica risalente a 2400 anni fa:
“Di vasche antiche ne sono state ritrovate, ma non così monumentali e lavorate con cura nella sua intera struttura: è davvero un unicum.
Basti solo considerare che lo scivolo ha rivelato due livelli di blocchi di tufo, evidentemente doveva sostenere il passaggio di qualcosa di molto pesante”.

La soprintendente Daniela Porro aggiunge:
“Un sito rimasto in uso dal V secolo a.C. fino all’età imperiale. Un luogo di culto legato alla presenza di un sacello sacro, poi sviluppatosi come impianto produttivo a carattere commerciale in rapporto al crocevia di strade riportate alla luce.
La prima ipotesi è che questa vasca fosse una darsena in sinergia col Tevere e il Fosso di Malafede, ma la scoperta del quarto lato che chiude il bacino potrebbe rimettere in discussione l’interpretazione”.

La vasca è lunga 48 metri e larga oltre 12 e sarà al centro degli studi che non si fermeranno; l’intenzione è di far proseguire i lavori per far tornare a splendere il gioiello dell’antichità.
Emanuele Giannini, direttore tecnico dello scavo, è incaricato di svelare l’enigma:
“La vasca di solito viene usata come bacino idrico, ma questa ipotesi non mi convince perché il fondo non è rivestito nel cocciopesto impermeabile bensì in terra battuta. La rampa si trova solitamente in vasche di contenimento di concime animale, i cosiddetti sterquilini, ma è troppo grande per questo uso. Non è neanche un luogo per l’allevamento del pesce, perché il livello dell’acqua non è costante”.

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