“Ho difeso mia figlia in ogni modo, pensavo che quei rumori fossero provocati dal rovistare di un gatto e invece ho visto venire contro di noi un branco di cinghiali. Sono rimasta di ghiaccio, immobile, ma l’amore per mia figlia mi ha fatto reagire: fortunatamente ho avuto la prontezza di aprire l’auto con il telecomando, si sono accese le luci ed è stata la salvezza”.
Questa la denuncia di Simona Russo, romana di 41 anni residente a Cinquina, nella periferia del III Municipio. Dopo una serata passata a casa di amici, si è trovata per strada in una situazione ormai collassata: la raccolta rifiuti porta a porta è assolutamente fallita e sono molti i cumuli di immondizia per le strade del quartiere e nei secchi dei condomini. È così che la donna si è ritrovata faccia a faccia con un branco di cinghiali intenti a rovistare alla ricerca di cibo.
“Non più solo di notte, ormai i cinghiali entrano nei giardini dei condomi anche di giorno e banchettano sui rifiuti. – continua Simona – Mia figlia ed io abbiamo rischiato la vita, non abbiamo nulla contro gli animali, anzi, ma ormai la situazione è arrivata al limite uno dei cinghiali è entrato nel giardino condominiale di una mia amica, ma lo sa cosa significa convivere con la paura che un animale del genere ti entri dentro casa? Non viviamo più”.
“La situazione è insostenibile – spiega – i turni di raccolta saltano e se proviamo a fermare gli operatori dell’Ama per protestare contro il mancato servizio ti rispondono: “Il camion sul quale sversiamo i rifiuti ormai è pieno, non possiamo prendere i vostri sacchetti dell’immondizia””. Intanto residenti e Municipio chiedono di lasciare il sistema del porta a porta e tornare ai normali cassonetti, con Ama che ammette le proprie colpe e sta pensando al dietro front.