Rientro dalla Sardegna: uno su cinque non fa il test

Sono quasi 20.000 le persone di rientro dalla Sardegna che hanno evitato di svolgere il test nei porti e aeroporti romani.

Uno su cinque, dunque, ha preferito tornare a casa come se nulla fosse, non sottoponendosi all’esame per sapere se fosse positivo o meno al coronavirus. Il test era fortemente raccomandato, nonostante non fosse obbligatorio come per chi rientrava da Spagna, Grecia, Malta e Croazia.

Pier Luigi Bartoletti, il responsabile dell’Uscar (Unità Speciale di Continuità Assistenziale Regionale), spiega:
“Dalle nostre stime, un viaggiatore su 5 di ritorno dalla Sardegna non ha mai effettuato il tampone per il Covid.
Sono comportamenti pericolosi perché parliamo di persone che andranno in ufficio, accompagneranno i figli a scuola, o magari si tratta di ragazzi che dopo la vacanza sono tornati in famiglia, esponendo i parenti al rischio del contagio”.

Mentre Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma, riflette sul rischio corso:
“Quasi ventimila persone, di fatto, sono andate a casa senza controlli. Un rischio, dato che la percentuale di positività al Covid, fra chi è rientrato dalla Costa Smeralda, è più alta rispetto alla media regionale e nazionale. Quindi il pericolo è che il contagio, specie tra persone asintomatiche, possa essersi moltiplicato ulteriormente. Ora sarà fondamentale il contact tracing delle Asl.
C’è chi non ha avuto voglia di aspettare ai drive-in, dove soprattutto durante il picco del contro-esodo, si sono registrate code piuttosto lunghe. Altri temevano la quarantena, che avrebbe potuto danneggiare il lavoro. Ma questi atteggiamenti irresponsabili potrebbero pregiudicare i comportamenti corretti di tanti”.

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