Processo Mondo di mezzo, la nota della Cassazione: “Non era mafia”

Durante il processo Mondo di mezzo, la Cassazione si esprime attraverso una nota sul sistema criminale emerso durante le udienze, specificando le motivazioni della sentenza.

Emerge “un quadro complessivo di un sistema gravemente inquinato, non dalla paura, ma dal mercimonio della pubblica funzione.
Senza negare che sul territorio di Roma possano esistere fenomeni criminali mafiosi, i risultati probatori hanno portato a negare l’esistenza di una associazione a delinquere di stampo mafioso”.

Prosegue la nota: “Non sono infatti stati evidenziati nè l’utilizzo del metodo mafioso, nè l’esistenza del conseguente assoggettamento omertoso ed è stato escluso che l’associazione possedesse una propria e autonoma fama criminale mafiosa”.

Il verdetto dello scorso ottobre ha alleggerito la posizione degli imputati del processo Mondo di mezzo, tra i quali il ras delle cooperative Salvatore Buzzi e l’ex Nar Massimo Carminati, escludendo l’aggravante mafiosa.

Conclude la nota:
“Quello che è stato accertato è un fenomeno di collusione generalizzata, diffusa e sistemica, il cui fulcro era costituito dall’associazione criminosa che gestiva gli interessi delle cooperative di Buzzi attraverso meccanismi di spartizione nella gestione degli appalti del Comune di Roma e degli enti che a questo facevano capo.
Ciò ha portato alla svalutazione del pubblico interesse, sacrificato a logiche di accaparramento a vantaggio dei privati”.

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