È stata accolta con clamore la notizia che il Comune di Torino è stato condannato a pagare un risarcimento ai residenti del quartiere di San Salvario “per non aver assunto le misure necessarie a contenere entro i limiti di legge i rumori notturni provocati dalla movida”.
Si crea, dunque, un importante precedente anche per la Capitale, da molto tempo soggetta alle lamentele dei residenti delle zone in cui si fa più baldoria.
Ponte Milvio, Pigneto, San Lorenzo, Testaccio, Campo de’ Fiori e Trastevere sono solo alcuni dei quartieri più indignati, ma che ora vedono almeno una speranza di un rientro economico.
Dina Nascetti, presidente di Vivere Trastevere va dritta al punto: “Noi stiamo aspettando che torni la movida per fare la stessa cosa che hanno fatto a Torino, perché anche ora, quando riaprono per due o tre giori c’è un caso totale, non si riesce a camminare. Stiamo solo aspettando. Siamo tanti, e tante le zone interessate: vicolo del 5, piazza Trilussa, via del Moro, poi la parte di piazza della Malba e i dintorni di piazza San Cosimato. Tante le aree dove c’è la movida, Trastevere è abbastanza ampia specie la parte sotto tutela dell’Unesco. Insomma faremo esattamente quello che hanno fatto a Torino, porteremo al giudice certificati medici, chiameremo l’Arpa, stiamo seguendo la vicenda da tempo, per emularli. Anche con due finestre doppie non si riesce a dormire, fino alle quattro, alle cinque del mattino, a far baldoria non sono solo giovani anche persone di una certa età perchè Trastevere ha un’attrattiva particolare, qui ti puoi ubriacare senza che nessuno ti dica niente”.