Roberto Zampardi, 43 anni, sta vivendo una situazione famigliare molto difficile a causa del Covid e denuncia l’abbandono da parte di istituzioni e strutture sanitarie.
“Siamo sequestrati in casa: io positivo, mia moglie positiva al terzo mese di gravidanza con minacce di aborto, mia sorella invalida al 100% e positiva, mia madre e mio padre positivi, mio suocero positivo. Ma dalla Asl nessun segnale, ci sentiamo abbandonati.
Abbiamo fatto un pranzo in famiglia, eravamo pochi e la sera abbiamo scoperto che mio suocero era positivo. A quel punto siamo stati contagiati tutti: 6 casi, tra cui mio padre che è gravissimo al Gemelli. Io e mia moglie abbiamo avuto febbre e tosse, mia madre e mia sorella sono asintomatiche. Ma il problema è che non posso mettere tutti in macchina e portarli al drive-in con quelle code infinite. Ho già speso 800 euro per fare i tamponi a casa: la società che è venuta ha fatto una segnalazione alla Asl Rm2, anche il mio medico l’ha fatta. Ma solo oggi io e mia moglie avremo fatto 60 telefonate ai numeri 51008100 e 06/41434975. Ho mandato una mail a profilassi.sisp@aslrm2 ma niente. Nessuna risposta”.
Non sapendo più cosa fare, ha provato poi altre soluzioni, che lo hanno portato a denunciare le sue vicessitudini:
“Ho telefonato ai carabinieri ma mi hanno detto che loro non possono farci nulla, ho chiamato l’ambulanza e addirittura si sono inferociti. Io vivo a Morena, sono recluso in casa perché mi devo occupare della famiglia. Hanno sospeso i servizi essenziali a mia sorella, ossia l’assistenza domiciliare, non so più che fare. Sono in malattia adesso, prima o poi però dovrò tornare a lavorare. E alla fine dovrò sborsare altri 800 euro per fare i tamponi di controllo privatamente. Così non si può stare, non si può vivere: voglio denunciare una situazione insostenibile