“I Libri di Ire”: “Addio al Pianeta Terra” di Luciana Martini

Edito readerforblind, Data di pubblicazione 12 Novembre 2021
Trama:
“Da un po’ di tempo il piccolo Theo si sveglia all’alba, in preda a un’angoscia inspiegabile che inizia già nel sonno, e corre veloce alla finestra per vedere se fuori qualcosa è cambiato. Ma quando si affaccia, tutto è come lo ha lasciato, e la casa in mezzo alle montagne dove vive con i suoi genitori e il cane sembra sicura, lontana da ciò che accade nel mondo. Eppure una non ben precisata paura attraversa le voci dei suoi genitori, le facce dei passanti, che prendono informazioni in fretta e partono con auto zeppe di valigie, e persino gli animali e gli alberi, le cui fronde tremano fitto fitto. Una paura che cresce, fino a quando il bambino non capisce che la guerra atomica tanto temuta è diventata realtà e una nube misteriosa e radioattiva incombe sul pianeta. E così tutti sono costretti a scappare in luoghi non meglio identificati, le Città chiuse, sperando di trovare posto e di non perdere troppe cose per strada. E anche Theo fugge, cercando invano di comprendere il senso di ciò che gli accade. Che è poi la sorte di ogni uomo quando crollano le certezze dell’infanzia, e lo assale lo sgomento di diventare grande, l’ossessione di cercare una ragione per vivere”. Prefazione di Valentina D’Urbano.

Anni 60 del novecento in piena guerra fredda, in un mondo intrinseco di paura Luciana Martini scrive un distopico tutto italiano. Negli anni in cui la distopia e la realtà erano separate da un sottilissimo confine, la minaccia delle bombe nucleari creava una nebbia di paura che aleggiava in tutto il mondo. Theo, un bambino di soli 9 anni si ritroverà da solo davanti ad un destino incerto. Theo non capisce cosa stia succedendo ma percepisce un clima teso ed un’aura di paura attorno a tutti coloro che incontra.

Durante la narrazione del libro l’elemento distopico passa in secondo piano e viene messo in risalto il viaggio che compie Theo. Il libro per me può essere anche considerato un romanzo di formazione, il bimbo di 9 anni che l’autrice ci presenta all’inizio alla conclusione del libro è cresciuto, maturato è molto più consapevole di quello che sta accadendo intorno a lui. La mia frase preferita del testo è “la nostalgia ha il sapore del pane e del miele” un bambino così piccolo che comprende un sentimento così difficile e così lontano dalla mente di piccolo bambino mi hanno fatto riflettere.

Io ringrazio immensamente la casa editrice readerforblind e in particolare Viviana che mi hanno inviato la copia ma soprattutto li ringrazio per il lavoro che fanno perché ogni volta che apro un libro della collana “le polveri” rimango basita su come libri del genere possano essere stati dimenticati. Questo è il secondo che leggo ma credo proprio che piano piano li inizio a recuperare.


Per questa settimana è tutto, a lunedì prossimo con una nuova recensione,
Irene.

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