Il sindaco della Capitale lancia Roma, a cinque giorni dalla decisione definitiva sull’Expo 2030. Poi l’attacco a Riyad, in corsa con la capitale
Giorni decisivi per l’assegnazione dell’Expo 2030. Il 28 novembre saprà se la manifestazione sarà sua oppure no. A Parigi il Bureau International des Expositions, sarà chiamato a nominare la città ospite di Expo. La capitale è in ballottaggio con Riyad, che ha avanzato la sua candidatura. Il Campidoglio si è mosso per strappare il si, che potrebbe regalare alla città di Roma e a tutto il centro sud, numerose opportunità di lavoro e di sviluppo.
Quanto guadagnerebbe Roma e l’Italia con l’Expo
Secondo il dossier presentato al Bureau International des Expositions, l’organismo che deciderà la sede dell’Expo nel novembre 2023, l’impatto economico di Expo 2030 si potrebbe tradurre nella nascita di circa 11.000 nuove aziende e nella creazione di oltre 300.000 posti di lavoro, soprattutto nelle regioni del Centro-Sud. Un vantaggio enorme per Roma e per l’intero Paese. Il valore stimato per un’eventuale organizzazione dell’Expo si aggira intorno ai 50 milioni e mezzo di euro. Circa il 3,8% del Prodotto interno lordo nazionale. Numeri che non sono passati inosservati.
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri spera che il prossimo 28 novembre Roma possa festeggiare. Oggi, nel corso del convegno ‘L’Europa di Domani’ in corso al Tempio di Adriano e organizzato dal gruppo editoriale Domani, il primo cittadino è tornato sull’impegno svolto dalle istituzioni per ottenere l’organizzazione dell’Expo 2030. “Noi abbiamo fatto il massimo. Avevamo l’esigenza di presentare un progetto credibile, perché quello che avevamo ereditato non era adeguato. Quello di oggi è considerato il più bello, abbiamo deciso di fare un Expo con i requisiti del Bie ma innovativo, ‘sulla’ e ‘di’ rigenerazione urbana, partendo dal post Expo”.
Gualtieri è convinto che la capitale sia pronta a vincere questa scommessa. E guarda oltre. “Noi già abbiamo la pianta del dopo – ha aggiunto – a Tor Vergata vogliamo fare una cittadella della scienza e delle cultura, e a ritroso abbiamo immaginato l’Expo. Quando sono venuti a Roma, gli ispettori ci hanno dato il massimo dei voti, la citta ha passato il test, siamo i numeri uno. Poi abbiamo fatto la campagna elettorale: io, il presidente della Regione, la presidente del Consiglio, anche la presidenza della Repubblica. È il sistema Paese che cerca di prendere più voti. Tutti si sono impegnati, ora bisogna vedere se questo lavoro porterà voti”.
Gualtieri e l’attacco a Riyad: “Comprano gli eventi con il petroldollari, il ricavato dei combustibili fossili”
In corsa con Roma c’è Riyad. Il primo cittadino lancia un messaggio a chi sarà chiamato a dare un giudizio finale, rimarcando le differenze con il mondo arabo. “Roma è la citta più credibile rispetto ai diritti del lavoro, delle donne, del mondo lgbt+. Abbiamo meno capitale economico da spendere rispetto ad altri ma per noi non avrebbe avuto senso misurarsi su quel piano, e forse l’Italia non ha nemmeno tutte quelle risorse. Se tutti pensano che gli eventi internazionali debbano andare tutti nel Golfo perché li comprano coi petrodollari, il ricavato dei combustibili fossili… i Mondiali dove fa caldissimo… – ha proseguito Gualtieri – Noi diciamo al mondo: occhio a cosa diventeranno questi eventi. Se i Paesi non ritengono che questi eventi debbano avere una coerenza con i loro obiettivi” ma debbano essere ospitati da un “fazzoletto di mondo non ospitale, contenti loro. Io sono ottimista: noi rappresentiamo un modello per le esposizioni internazionali, che non sono state fatte per essere comprate dal più ricco. Se vincessimo l’Expo sarebbe bellissimo non solo per Roma ma per tutto il Paese“.
Roma e l’adattamento climatico
Con l’occasione il sindaco ha anche parlato di ambiente. Dei piani per l’adattamento climatico e del lavoro che i Campidoglio sta facendo. “Ci siamo quasi, arriverà all’inizio dell’anno prossimo. Abbiamo già aggiornato il Paesc – ha ricordato – che ci da i target per essere rispettosi degli obiettivi per la mitigazione della co2: e quindi le comunità energetiche, la forestazione urbana, l’efficientamento degli edifici, i bus elettrici, la centrale a idrogeno ad Acilia per tagliare nel 2030 le emissioni del 66,6 per cento. Abbiamo poi ottenuto un finanziamento UE per il piano dell’adattamento, che va oltre la mitigazione – ha detto ancora – Le temperature aumentano, occorre adattarsi: quindi le isole di calore, perché Roma ha tanto verde, 2/3 sono a verde, ma è poco nella citta consolidata dove c’è solo cemento. Abbiamo avviato un piano di adattamento con l’aiuto della scienza per fare un lavoro di microforestazione per ridurre le onde di calore. Poi il rischio idrogeologico. Piove meno, e col nuovo acquedotto del Peschiera mettiamo in sicurezza la città per i prossimi decenni se non secoli, e stiamo rifacendo l’ impianto per ridurre la dispersione. Invece quando la pioggia arriva, arriva tutta insieme: stiamo facendo un lavoro enorme sulle fognature, non solo sulle caditoie. Alcune fognature in zona Nord non reggono la quantità d’acqua che arriva tutta assieme, le stiamo ampliando. Infine gli incendi – ha concluso il sindaco – Abbiamo rafforzato il piano, e se l’estate scorsa ne abbiamo avuti meno è anche grazie a questo”.