Green Pass per un caffè, la rabbia dei baristi: “Assurdo”

La decisione del Governo è arrivata e fino al 31 gennaio anche per prendere un caffè al banco in qualsiasi bar sarà necessario esibire il Super Green Pass, la certificazione ottenuta a seguito del vaccino anti Covid.

Sergio Paolantoni, presidente della Fipe Confcommerciom ha commentato:
“Per non applicare una volta per tutte l’obbligo vaccinale ci costringono a controllare 30 milioni si consumatori di caffè al giorno per 30 giorni. Parliamo di 900 milioni di controlli contro 6/7 milioni di no vax, è assurdo.
In questo modo, in alcune situazioni, potrebbe esserci anche un aumento dei costi perché bisognerebbe mettere una persona ad hoc, all’ingresso, solo per fare i controlli sul Super Green Pass e le attività non hanno personale in eccedenza”.

Claudio Pica, presidente di Fiepet Confesercenti Roma, aggiunge:
“Facendo un paragone con le normali giornate di lavoro noi stimiamo danni da 3,5 a 4 milioni di euro ogni giorno per i soli bar romani.
Troverei questa norma più equa se venisse applicata a tutte le categorie; non capisco, a questo punto, quale sia la differenza tra un supermercato e un bar. Nel primo caso si rimane per molto tempo tra le corsie, nel secondo al massimo si resta per due o tre minuti per consumare un caffè. E la fila a un bar non è di certo uguale a quella che tutti i giorni si fa al supermarket”.

I baristi si sentono sotto pressione, interdetti per una decisione simile e preoccupati per un ulteriore calo dei clienti.
“Abbiamo già perso il 50% della nostra clientela a causa del Covid, il Super green pass al bancone sarà per noi un’ulteriore mazzata e penalizzati sono ancor di più i locali che non si sono riorganizzati con le consegne a domicilio spiega Elena, barista titolare del Garage Coffee Bar di via Casilina Servirebbero, invece, maggiori controlli in strada”.

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