Gli revocano il Tso e lui si uccide: medici a processo

Un errore di valutazione di un paziente da parte di alcuni medici, rischia di costargli caro.
Il paziente con manie suicidarie e persecutorie firma le carte per tornare a casa, ma poco dopo si toglie la vita.

Da quanto ricostruito, il primo specialista, la psichiatra Maria P. avrebbe firmato e poi revocato inspiegabilmente venti minuti il trattamento sanitario obbligatorio per il paziente, mentre Federica P. medico di guardia, avrebbe disposto le dimissioni in assenza di prescrizioni e di una nuova consulenza psichiatrica.

I fatti del 2016

Giovanni Battista Forti un trentottenne di Torpignattara da tempo perseguitato da forti crisi depressive e di ansia era stato bloccato dai carabinieri mentre cercava di lanciarsi dalla finestra.
I medico del pronto soccorso ritiene che si debba procedere con il Tso per evitare pericoli. La psichiatra di turno non ritiene opportuno procedere al trattamento contro la volontà del paziente. 

Il giorno seguente il paziente viene dimesso e 48 ore dopo viene trovato impiccato; i familiari della vittima affermano che il suicidio poteva essere evitato. Le decisioni prese costeranno un processo per omicidio colposo a due medici del Sandro Pertini.

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