L’annuncio fatto da Alessio D’Amato, assessore alla sanità della Regione Lazio, arriva in un giorno in cui i contagi sono al minimo. Eppure le sue parole ribadiscono l’attenzione necessaria in questa fase.
“Gli effetti della ripartenza li vedremo tra quindici giorni. Quindi calma. E avanti con i tamponi.
Nessuno se lo augura, ma ci può essere una seconda ondata. E dobbiamo farci trovare pronti.
Il principale indicatore è il coefficiente di replicazione del virus: quando è superiore a 1 scatta l’alert. Significa che ogni positivo può contagiare almeno un’altra persona. Oggi è sotto lo 0,5. Se si torna sopra l’1, interveniamo. Molto poi dipenderà dal tipo di contagio in atto: se sarà all’interno di un cluster chiuso o in contesti aperti. Per questo abbiamo iniziato a rafforzare i servizi di contact tracing”.
Continua:
“Dobbiamo tracciare, testare e trattare. Oggi la situazione è sotto controllo e il rischio è basso. Ma questo è un virus subdolo e i focolai si riaccendono con facilità. Per questo gli hub negli ospedali rimarranno tutti operativi. Dobbiamo essere pronti con i posti letto e le terapie intensive, se ci sarà una seconda ondata.
Proseguiremo fino all’inverno, anche perché già dall’autunno avremo una sovrapposizione con l’influenza stagionale, per cui abbiamo raddoppiato le dosi del vaccino, ne avremo 2,2 milioni. Per i tamponi, in tutto il mondo scarseggiano i reagenti, si sa, ma abbiamo scorte sufficienti. Oggi in 9 casi su 10 l’esito è negativo, ma vanno scovati tutti gli asintomatici.
nel Lazio avremo una platea pari a quella dell’intera Germania. Trecentomila prelievi, tutti venosi, non sui polpastrelli, perché hanno un’affidabilità molto pià alta. È il numero più consistente d’Italia”