Coronavirus, governo scavalcato: la direttrice del carcere di Rebibbia manda a casa 50 detenuti

Annamaria Trapazzo, direttrice della Terza Casa Circondariale di Rebibbia, ha deciso di muoversi in anticipo e di non attendere oltre le decisioni del Governo in merito al rischio contagio nelle carceri.

Nel suo centro ci sono 80 detenuti, 50 dei quali ammessi alla semilibertà o al lavoro esterno. Con l’obiettivo di sgombrare il prima possibile uno dei settori del carcere, per poi adibirlo a luogo in cui svolgere la quarantena in caso di contagio, la direttrice ha deciso di mediare tra il diritto alla salute ed il diritto alla libertà.

Adottare una variazione del programma di trattamento dei detenuti in semilibertà è stata la scelta della Trapazzo. In questo modo si evita l’uscita e il rientro nelle carceri e di conseguenza il rischio di contagi.

Per questo, mercoledì pomeriggio sono stati emanati i primi provvedimenti: i detenuti semiliberi sono stati mandati a casa per 15 giorni, con licenza rinnovabile in caso di necessità.
Sono quindi rimasti solo in quattro nelle celle, ovvero i detenuti ammessi a lavoro esterno che non possono usufruire di licenze.

La direttrice, però, si sta muovendo per trovare una soluzione anche per queste persone, in modo tale da attuare le misure di prevenzione necessarie per non farsi trovare impreparati in caso di peggioramento della situazione.

Impostazioni privacy