La chiusura dichiarata è per due mesi, ma forse saranno di più.
“Dipende dal tempo, dal clima: se a maggio farà più caldo e il virus non ci sarà più, riapro. Altrimenti non lo so”.
Queste le parole della titolare Sonia Hang Zhou, costretta a dover chiudere temporaneamente la sua attività, uno dei ristoranti cinesi più famosi dell’Esquilino. La titolare ha espresso il suo dispiacere per il poco aiuto arrivato dalle autorità:
“È venuta la sindaca Virginia Raggi, è venuto il ministro Gualtieri. Anche una delegazione del Pd di Roma. Tutti a portare solidarietà. Ma sono solo aiutini. Sono gesti che ho apprezzato, li ringrazio molto per l’affetto e la vicinanza. Però non sono serviti a molto. La gente ha paura, non è che se viene la sindaca le persone cambiano idea.
Faccio un esempio – continua Sonia – la settimana scorsa ho lavorato soltanto il sabato. Adesso che stiamo parlando, sono quasi le otto di sera, giusto? A quest’ora in genere ho mezza sala piena. Invece sono da sola. Ovvio che così è difficile andare avanti.”
Camerieri e cuochi le hanno fatto sapere di voler lasciare cucine e tavoli di via Principe Amedeo. C’è chi preferisce il ritorno in Cina, con tanto di quarantena all’orizzonte, piuttosto che restare in Italia.
“Ho provato a tranquillizzarli, ma le loro famiglie sono molto preoccupate. Vogliono vederli tornare. Addirittura credono che Roma non sia sicura. Fino a qualche giorno fa pensavano che il virus fosse lontano, solo al Nord, a Milano, in Veneto. Ora hanno saputo di qualche caso anche a Roma. È stata l’ultima goccia, ho visto il panico. I cuochi sono venuti da me l’altra sera: non vogliamo un euro, mi hanno detto, ma ce ne andiamo. Torniamo in Cina. Anche in altri negozi stanno andando via i commessi. Alcuni hanno già comprato i biglietti, faranno 14 giorni di quarantena, a casa. Io non posso certo obbligarli a restare, anche perché non ci sarebbe modo. Quindi chiudo.
Ho sentito cosa dicono i medici, in tv: col caldo questo virus dovrebbe andarsene. Speriamo in quello, allora, nel caldo e nei dottori.”
Ma Sonia assicura che rimarrà con la serranda a mezz’asta, così da poter spiegare l’accaduto ai pochi clienti rimasti fedeli alla sua cucina.