Coronavirus, a marzo 2.753 decessi nella Capitale, meno del 2019

Nel marzo del 2018 a Roma sono morte 2.783 persone, nello stesso mese del 2019 2.721; nel mese scorso, invece, nonostante l’epidemia i decessi si fermano a 2.753.

Gli esperti si sono interrogati sui numeri confermati e spiegano che seppur in piena emergenza e con gli ospedali in crisi, i fattori da considerare sono altri. Tra i decessi da Covid-19 probabilmente vi erano anche pazienti con patologie già avanzate che, detto in modo brutale, purtroppo sarebbero morte comunque e dunque a livello statistico non mutano il conto finale.

Il vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Pierluigi Bartoletti, spiega:
“Quest’anno gli effetti dell’influenza sono stati meno forti e probabilmente anche questo ha inciso sul dato dei decessi. Teniamo conto anche del fatto che più persone si sono vaccinate quest’anno per l’influenza e questo ha limitato le conseguenze. Per questo diciamo che per le fasce a rischio il vaccino anti influenza in autunno dovrà essere obbligatorio”.

I numeri confermati sino ad ora sono stati possibili grazie alla chiusura della città e alle misure di sicurezza messe in atto. Per questo il rispetto delle regole imposte dal Governo italiano e dal Campidoglio è di fondamentale importanza. Probabilmente il lockdown ha inciso sui fattori che normalmente fanno aumentare le statistiche, come la riduzione degli incidenti stradali ad esempio.

Inoltre le terapie domiciliari hanno consentito di ridurre il numero di pazienti CoVid-19 ricoverati negli ospedali, garantendo un’efficienza maggiore degli edifici sanitari.
“Cominciamo finalmente ad avere risultati importanti con due tipi di farmaci – osserva Bartoletti -, sempre tenendo conto che è necessario lo stretto controllo medico e che vanno valutate le caratteristiche dei pazienti. Da una parte ci sono buon risultati con l’idrossiclorochina, che dà spesso un sollievo immediato. Dall’altra anche noi, come in altre parti d’Italia, stiamo intervenendo con l’eparina, un farmaco che serve a evitare la trombosi venosa, l’embolia polmonare. Abbiamo visto molti referti autoptici e purtroppo chi muore quasi sempre è devastato dal punto di vista cardiovascolare. Ci sono danni incredibili a tutti gli organi, non solo polmoni, ma anche cuore e reni. Danni dovuti a micro embolie distali”.

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