Un autista che da anni lavora sui bus romani svela segreti, pericoli e problemi della sua professione. “Se vedeste in condizioni lavoriamo….”
Il possibile aumento del prezzo del biglietto dell’autobus, che salvo imprevisti dovrebbe passare da un euro e cinquanta a due euro, ha acceso i riflettori sulla situazione in cui versa il trasporto pubblico a Roma. “Non si può chiedere ai cittadini l’aumento del costo del biglietto a 2€ per un servizio del trasporto pubblico inefficiente e indegno per una capitale europea”, ha detto nei giorni scorsi Federico Rocca consigliere capitolino di Fratelli d’Italia, evidenziando tutte le difficoltà che milioni di romani affrontano settimanalmente per recarsi al proprio posto di lavoro con i mezzi pubblici.
Molti romani, sui social, stanno protestando, denunciando un aumento spropositato alla luce delle enormi difficoltà riscontrate per usufruire del servizio pubblico. Ma cosa ne pensa chi sta dall’altra parte del guado? O meglio, dall’altra parte dell’autobus. Francesco (che ci chiede di non specificare il suo cognome), autista Atac, traccia in esclusiva ai nostri microfoni una fotografia più che veritiera della situazione nella quale è chiamato ad operare ogni giorno: tra difficoltà logistiche, stress e situazioni difficili, regalandoci uno spaccato di chi, ogni giorno si trova tra due fuochi: i cittadini esasperati ed esigenti e una condizione lavorativa tutt’altro che agevole. “Lo so che è difficile mettersi dall’altra parte – esordisce – ma fare questo mestiere anche per noi non è semplice per niente. Ogni giorno è un avventura”.
Le confessioni di un autista: “Ecco ciò che succede a Roma”
A cosa si riferisce?
“Io faccio questo lavoro da tanti anni e una situazione come quella di oggi è difficile da affrontare. Guidiamo mezzi vecchi e nella stragrande maggioranza dei casi usurati. Avete visto quanti prendono fuoco a Roma?”.
Qual è la parte più difficile del vostro lavoro?
“Fermo restando che ognuno lavora secondo coscienza, e che gli scansafatiche, i rompiscatole e chi non ha voglia si trova nel nostro, come in tanti altri ambiti, chi ogni giorno si trova a immettersi nel traffico della città, deve animarsi di buona e sana pazienza”.
I romani protestano per l’aumento del biglietto…
“Io sono la persona meno indicata a rispondere a questa domanda”.
Ma lei pagherebbe due euro per salire sull’autobus che guida?
“Se penso alla pazienza con la quale io e i miei colleghi affrontiamo cantieri, strade bloccate, traffico e stress, si. Se penso al servizio offerto, forse ci penserei…”
Lei ha guidato solo mezzi Atac a Roma?
“Quelli e anche alcune linee Cotral che attraversano altri paesi laziali. E devo dire che la differenza è enorme: a livello di stress, di richieste, di problemi. E anche di strutture”.
Qual è la cosa che più la infastidisce?
“Più che infastidire, diciamo che esiste una grande preoccupazione quando ci ritroviamo a fare dei turni notturni. Soprattutto in certe zone della città”.
A lei è mai capitato di vivere una situazione pericolosa?
“La notte hai a che fare con ogni tipo di individuo: dagli ubriachi ai drogati, dai malintenzionati a chi sembra stralunato. Pericoli in prima persona no: però mi è capitato spesso di affrontare persone che erano fuori di testa. E che ho cercato innanzitutto di calmare. Il problema è che molte volte queste situazioni accadono con il bus vuoto. Per noi è più pericoloso, perchè siamo più vulnerabili”.
La situazione più strana che le è capitata?
“Una volta, dopo un concerto, credo di Madonna, c’erano alcuni fan che hanno iniziato a discutere tra di loro. Sono arrivati alle mani. E solo perchè discutevano sulle canzoni. Anche dopo le partite di Lazio e Roma la situazione è spesso calda”.
C’è mai stato qualcuno che se l’è presa con lei?
“Una volta una signora mi ha rimproverato perchè mi disse che qualche giorno prima ero ripartito senza farla salire. Lei aveva visto che il bus era in partenza e si era messa a correre per raggiungerlo in tempo. Mi disse che l’avevo fatto apposta”.
Ed era vero?
“Ma dai… mica uno si diverte a fare gli scherzi. Evidentemente non me ne ero accorto che era arrivata fino alle porte”.
C’è un episodio particolare che non dimentica?
“Un giorno, mentre ero di turno su una linea in centro, ho sbagliato completamente strada. Era la prima volta che facevo quella tratta e non la conoscevo bene. Fortunatamente nessuno se n’è accorto”.
Come è stato possibile?
“Era agosto, un caldo incredibile e sul mezzo c’erano tutti stranieri: nessuno di loro conosceva la via che avevo imboccato”.