Secondo l’accusa i medici indagati avrebbero dovuto eseguire tempestivamente esami mirati per l’individuazione del virus, poiché era noto che la bambina non era stata vaccinata.
Nell’autunno del 2014, infatti, la piccola si era ammalata e il 18 ottobre ricoverata al Gemelli. Dopo il ricovero, secondo la procura, si sarebbe dovuto cercare il virus, ma gli esami non vennero effettuati.
È il 3 gennaio del 2015 quando i medici effettuarono il test era già troppo tardi: Giulia morì il 7 marzo del 2015 a causa di una Pess (panencefalite subacuta sclerosante), rara forma di encefalite causata dal virus del morbillo.
Il Pm Attilio Pisani ha chiesto l’archiviazione per tre volte , poiché secondo i consulenti interpellati il morbillo si è manifestato in <modo atipico ed è decorso in modo silente>.
Il gip però non ha concordato con la ricostruzione della procura e per due volte ha respinto la richiesta di archiviazione.Alla terza richiesta, ha imposto l’imputazione coatta poiché , secondo il giudice, è necessario chiarire se l’individuazione tempestiva del morbillo avrebbe potuto salvare la bambina.