5.000 firme in 48 ore per riaprire la biblioteca di Palazzo Venezia

In 48 ore, ha superato le 5000 firme la petizione online
lanciata su Change.org dalla Consulta Universitaria Nazionale per la
Storia dell’Arte al fine di chiedere al Ministro per i Beni e le
Attività Culturali di riaprire la biblioteca di Palazzo Venezia.
“La Biblioteca, strumento indispensabile per tanti studenti,
studiosi, lavoratori dei beni culturali, unica in Italia ad essere
specializzata in Arte e Archeologia, ha chiuso in occasione del primo
lockdown e non ha mai più riaperto, malgrado le disposizioni in
essere sulle biblioteche statali; né ha mai giustificato la sua
prolungata chiusura o spiegato quali siano i motivi del venir meno ai
suoi obblighi istituzionali”, spiegano gli autori della petizione.

“Gli studenti di storia dell’arte, archeologia e beni culturali,
hanno in questa Biblioteca lo strumento primario della loro formazione
e in essa dovrebbero trovare gli strumenti della loro iniziale
carriera”, proseguono; “per esempio i dottorandi, sottoposti a
ritmi e scadenze da osservare obbligatoriamente pena la perdita
dell’obiettivo. Questi giovani studiosi sono costretti ad affollare
le biblioteche straniere, che però sono di solito riservate solo a
studiosi accreditati e che già stanno restringendo gli accessi ai
più giovani”.

“La chiusura della Biblioteca di Palazzo Venezia è dunque un danno
grave, in particolare nei confronti delle giovani leve ma anche di
tutti gli studiosi e coloro che curano il patrimonio artistico nel
Ministero da Lei diretto e in generale nel mondo del lavoro”,
affermano quindi i promotori dell’appello, rivolgendosi direttamente
al Ministro Dario Franceschini. E aggiungono che si tratta anche di
“un’incomprensibile dispersione di risorse che sottrae libri e
fondi preziosi alla pubblica consultazione; un plateale spreco di
denaro pubblico, considerando i costi di gestione e del personale. Né
vogliamo credere che il MIC voglia utilizzare il progettato
trasferimento della Biblioteca
in altra sede (i cui tempi sono molto
aleatori) come alibi per una chiusura sine die.”

“Un piccolo sforzo organizzativo”, concludono, “si tradurrebbe
in un segnale di concreto ottimismo di cui tutto il Paese ha bisogno.
Sarebbe un modo semplice per ribadire quella centralità e il ruolo
civile dei Beni Culturali e della memoria storica.”

LINK AL TESTO COMPLETO DELLA PETIZIONE

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