Studenti, la protesta fuori Montecitorio: “Studiare è un diritto, ma alla politica non interessa”

I movimenti studenteschi universitari si sono dati appuntamento fuori da Montecitorio per protestare contro il caro libri e il caro affitti

Si sono dati appuntamento davanti a Montecitorio, per far sentire la loro voce. Protestano contro il caro affitti, contro il caro scuola e le tante problematiche che dalla scorsa primavera sono costretti ad affrontare. La Rete Studenti medi e l’Unione Studenti Universitari, hanno manifestato davanti al Palazzo di Montecitorio. Hanno montato tre tende, entrando dentro e simulando la necessità di dormire in luoghi diversi da quelli che hanno dei costi esagerati, hanno esposto striscioni e hanno manifestato per quelli che ritengono temi inascoltati dal Governo e dalle istituzioni.

La protesta degli studenti davanti a Montecitorio – Roma.Cityrumors.it

Si sono presentati in un luogo particolarmente simbolico. Di fronte al cuore della politica italiana, vogliono manifestare il loro dissenso. Protestano contro la Manovra di Bilancio, all’interno della quale non sono stati presi in considerazione i loro diritti. Ed hanno annunciato per il prossimo 17 novembre una mobilitazione generale in tutte le piazza. “Da questa mattina abbiamo piantato le tende davanti Montecitorio, per chiedere che in legge di bilancio si investa seriamente in istruzione“, hanno scritto sulla loro pagina Instagram. “Nel nostro Paese il diritto allo studio non è garantito per tuttɜ, ma è diventato un privilegio ad appannaggio di pochi. Non possiamo permettercelo, ma non abbiamo intenzione di restare a guardare: resteremo in tenda finché la politica non ci ascolterà, e il 17 Novembre saremo nelle piazze di tutto il Paese.

In piazza hanno preso parole alcuni degli organizzatori. “Oggi siamo qui, studenti universitari e delle scuole superiori, per denunciare una situazione che è inaccettabile. Quest’anno il costo dell’istruzione, per un alunno che si iscrive al primo anno della scuola superiore è di circa 2000 euro. Non è accettabile“, ha dichiarato uno degli organizzatori, che ha esposto il pensiero dei manifestanti.

“Non esistono studenti di serie A e di serie B”

All’interno delle tre tende c’erano numerosi ragazzi. Tutti vogliosi di far sentire il proprio dissenso. “Il governo non pensa agli studenti – dice un ragazzo, felpa rossa e jeans – e alle studentesse e non si rende conto di quanto sia importante il diritto allo studio. Non investendo e non creando politiche che accendano un faro sul diritto alla casa e i diritti degli studenti fuori sede, si vanno a creare studenti di serie A e di serie B”. Gli risponde una ragazza, anche lei seduta all’interno di una delle tende che sono state installate davanti a Montecitorio. “Il diritto allo studio si crea con tantissime cose. Noi non abbiamo spazi dove incontrarci, dove aggregarci, dove studiare, e questa cosa è un problema. Mancano gli spazi studenteschi e la volontà di questo governo di ascoltare gli studenti, le studentesse e tutti i giovani”. Il problema generazionale resta in primo piano. “Ho come l’impressione – proseguono i manifestanti – che piuttosto che ascoltare le nostre esigenze, si tendi a criminalizzare quelli della mia generazione. A farli passare per sfaticati. Invece il mondo del lavoro è sempre più precario e questo governo sta contribuendo a renderlo sempre più complicato da gestire”.

Tre partecipanti alla manifestazione, all’interno delle tende montate davanti Montecitorio – Roma.Cityrumors.it

Piccolotti (Avs): “Per la Costituzione, tutti devo avere la possibilità di studiare gratuitamente”

In mezzo agli studenti si è poi presentata Elisabetta Piccolotti, deputata di Avs, che preso le difese dei manifestanti. “La Costituzione garantirebbe per tutti la possibilità di studiare gratuitamente e in tutti gli istitui pubblici. Ma questo non avviene”, ha dichiarato. “Perchè gli affitti sono alle stelle, perchè molte università hanno dovuto aumentare le tasse o perchè tutti i servizi sono a pagamento o gestiti dagli enti locali che non sempre ce la fanno. Si crea quindi una discriminazione, tra chi si può permettere di far studiare i propri figli, spendendo anche cifre incredibili, come 100.000 o 150.000 euro e chi invece non ha questa possibilità. E si tratta di una grave ingiustizia sociale”.

Impostazioni privacy