Recovery Plan e poteri speciali per la Capitale. Silvestri: “Rischiamo di perdere i fondi”

Francesco Silvestri, deputato M5S e relatore del disegno di legge sui poteri speciali per Roma, risponde a un’intervista de Il Messaggero.

“Da anni lo chiediamo a gran voce: poteri speciali, risorse e strumenti per dare risposte più veloci e concrete ai cittadini. Adesso non abbiamo alternative, la classe politica è chiamata ad essere all’altezza del valore della sua Capitale”.

E’ da tempo che si parla di semplificare i meccanismi di accesso ai fondi nazionali ed europei da parte di Roma Capitale. Cosa è cambiato? La scommessa è il Recovery plan?

«I 209 miliardi dall’Europa rappresentano un’occasione storica ma i fondi del Recovery verranno elargiti in base all’avanzamento dei lavori. A questi vanno aggiunti i soldi per il Giubileo del 2025, altri fondi europei e altre risorse trasmesse nella Legge di bilancio. Roma ha davanti a sé una sfida enorme e deve avere gli strumenti per affrontarla oltre che le capacità».

Anche il Capo dello Stato Mattarella ha detto più volte che investire sulla Capitale d’Italia significa puntare sullo sviluppo e la crescita del nostro Paese. Si augura anche la mano tesa del premier Draghi per questa battaglia?

«Gli ingenti fondi del Recovery, in assenza di un quadro chiaro delle funzioni amministrative e di maggiori poteri, potrebbero smettere di arrivare e sarebbe un crimine. Per questo impegneremo il governo Draghi affinché possa portare a compimento il buon lavoro iniziato con l’esecutivo Conte».

In Commissione ci sono sia una proposta di legge costituzionale a firma FI, sia tre proposte di legge ordinarie. Lei è il relatore di queste ultime. Di cosa si tratta?

«La mia proposta di legge è semplice e potrebbe unire tutti: fornisce a Roma l’accesso ai fondi diretti per il trasporto pubblico locale, oltre a snellire le procedure per la rigenerazione delle aree degradate, prevedere opere di interesse strategico e il coinvolgimento permanente sulla questione dei rifiuti».

Come giudica la proposta di FI che interviene sull’articolo 124 della Carta, trasformando di fatto la Città metropolitana di Roma in una Regione?

«E’ molto importante discuterne ma dobbiamo essere pragmatici: la verità è che rischiamo di perdere i fondi e mancano meno di due anni di legislatura. Non pensare alla concretezza sarebbe un errore politico imperdonabile. Chiunque ci legge sa benissimo quanto a meno di due anni dalla fine della legislatura portare a termine una riforma cosi complessa sia praticamente impossibile. I soldi a Roma servono adesso e bisogna accelerare».

Quali sono i tempi per far sì che Roma abbia gli stessi poteri di capitali come Parigi, Londra e Berlino? Il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, Brescia, si è augurato che i testi possano arrivare in Aula prima dell’estate.

«Prima possibile, dobbiamo correre. Lasciamo perdere per un momento Berlino, Londra e Parigi e pensiamo a preparare Roma velocemente alla grande sfida che sta per arrivare. Questa proposta nasce dalla volontà di non disperdere neanche un euro del Recovery alla luce della conoscenza che ora abbiamo sui meccanismi farraginosi della macchina amministrativa».

Il rinvio delle amministrative ad ottobre vi lascia un maggior margine di azione oppure c’è la possibilità che la campagna elettorale influisca sull’iter della riforma?

«La voglia di propaganda e di racimolare voti del centrodestra mi preoccupa molto. I romani stanno ancora aspettando le promesse in tema di sicurezza fatte da Salvini da ministro degli Interni. Mi auguro di essere smentito e che per una volta la Lega pensi al benessere dei romani piuttosto che ai loro voti. La legge sui poteri di Roma sia un obiettivo comune di tutti i partiti».

Cosa significa per voi l’ingresso del Movimento nella giunta regionale di Zingaretti? E non pensa che il cambio della guardia al Nazareno provocherà uno scossone sul tema delle alleanze?

«Più che i nomi dei segretari, ci interessano le convergenze sulle progettualità politiche. In Regione Lazio si sono create le basi per portare avanti battaglie per noi importanti per il futuro dei cittadini. Siamo convinti che con il Pd si potrà continuare a collaborare con lealtà». Ma a Roma è possibile una convergenza al secondo turno o c’è in vista un cambio di scenario già al primo? «M5S punta su Virginia Raggi e siamo sicuri possa vincere le elezioni perché abbiamo amministrato questa città con coraggio».

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