Flop per la gara da 188 milioni di euro bandita da Ama. All’apertura delle buste non si è presentato nessuno.
Il bando prevedeva lo smaltimento della fos e degli scarti in uscita dai tmb Salario e Rocca Cencia, il termotrattamento del cdr (anch’esso prodotto dai due tmb aziendali), e il trattamento e/o la valorizzazione energetica di tutte le tonnellate di indifferenziato che ancora oggi vanno in parte ai due tmb del Colari o in altri impianti situati nel Lazio o in Italia o in Europa (Austria in particolare).
Tale gara si poneva l’obiettivo, tra le altre cose, di sottrarre spazio al monopolista Colari, controllato ora dal commissario Palumbo per effetto dell’interdittiva antimafia confermata a Cerroni.
“Trovare da allocare 500mila tonnellate di indifferenziato e scarti ha una complessità più ampia per questo abbiamo pensato di fare un tipo di gara strutturata con un contratto quadro che ci possa consentire di allocare i materiali a seconda della nostra necessità” ha affermato il direttore operativo di Ama Massimo Bagatti. “La gara prevede più flussi con dentro l’indifferenziato e gli scarti che esulano dai mostri impianti di trattamento meccanico. Auspichiamo che, per come è configurata, questa gara possa essere più appetibile di altre. Il nostro auspicio è la messa in sicurezza dell’indifferenziato” ha concluso. Nei fatti, però, non è andata così.
Ora si configura il rischio di un’ulteriore precarietà nello smaltimento. L’emergenza rifiuti, quindi, rischia di tornare ad essere reale.