UCDL, l’Unione per le Cure, i Diritti e le Libertà, movimento politico presente alle prossime elezioni politiche, vuole esprimere tutto il disappunto per la mancata ammissione delle proprie liste nella stragrande maggioranza delle circoscrizioni elettorali.
Il motivo è individuato nell’interpretazione difforme del recente articolo 6-bis introdotto dal decreto-legge 4 maggio 2022, n. 41, convertito, con modifiche, nella legge 30 giugno 2022, n. 84. La predetta norma, fatta ad hoc per favorire alcuni e ben individuati partiti di maggioranza al fine di ottenere l’esonero dalle firme richieste, è a dir poco vergognosa e lesiva dei più importanti principi costituzionali.
In queste elezioni politiche l’obbligo di raccogliere le firme per la presentazione delle liste, grazie alla predetta norma, non è valso infatti per tutti: per alcuni sì, per altri no. Una norma cucita su misura per diversi partiti, attualmente presenti in Parlamento, onde garantire la partecipazione elettorale alle elezioni evitando l’ostacolo della raccolta firme, durante il mese di agosto.
Un “esonero” che interviene in maniera chirurgica: da quanto si legge nel testo, infatti, sono stati esentati dall’obbligo i partiti che si sono costituiti in gruppo parlamentare in almeno una delle Camere “al” 31 dicembre dello scorso anno (e non entro il 31 dicembre). Una concessione quindi riconosciuta espressamente, a Italia Viva, Liberi e Uguali e, soprattutto, un favore gradito a Coraggio Italia, il progetto di Brugnaro e Toti ormai dissolto, fondato nel maggio 2021.
Un esonero contestualmente negato, invece, a tutti i partiti che avevano costituito il gruppo parlamentare nell’ultima legislatura prima del 31 dicembre 2021 (come avvenuto per 10 volte meglio, partito entrato in coalizione con UCDL).
La Portavoce di UCDL Valentina Rigano a tal proposito ha dichiarato: “Un paese democratico permette ai cittadini di esercitare il diritto di voto e anche il diritto di partecipare alla Politica con nuove proposte. La legge elettorale che questo Governo ha lasciato in eredità non favorisce le nuove proposte, anzi. La nostra realtà, seria, programmatica, rischia di venire esclusa, mentre chi ha incontrato il favore di escamotage preventivi no. É come per la Pandemia, nonostante si chieda trasparenza e giustizia, sono sempre gli stessi a volere l’ultima parola“.
“Abbiamo appurato – dichiara l’avvocato Erich Grimaldi, presidente di UCDL – con i verbali del 22 e 23 agosto scorso, comunicati dagli uffici circoscrizionali presso le corti di appello territoriali, che le nostre liste sono state ammesse, in modo paradossale, solo in alcune regioni che hanno riconosciuto valido l’esonero dalle firme con una lettura costituzionalmente orientata della norma. Emblematico il caso della Campania dove è stata ammessa solo una delle due circoscrizioni alla Camera dei Deputati.”
Una Democrazia partecipativa questa, ancora una volta calpestata da norme scritte ad hoc per favorire i partiti già presenti in Parlamento.
L’ufficio nazionale centrale presso la Corte di Cassazione si è, peraltro, limitato alla lettura letterale della norma, non potendo sollevare la questione di legittimità costituzionale per quanto manifestatamente fondata e rilevante. “L’ufficio Centrale – continua Grimaldi – non ha considerato neanche l’ulteriore motivo di esonero portato dalla rappresentanza all’europarlamento del Partito Animalista e non ha valutato le altre eccezioni sollevate con riferimento alla tardività della procedura di ricusazione, motivo per cui ci siamo rivolti, in via d’urgenza, al giudice ordinario.”
L’annunciata battaglia legale potrebbe ripercuotersi sulle prossime elezioni considerando le ulteriori azioni rivolte alla Corte EDU. L’avvocato Grimaldi conclude affermando: “Siamo pronti, in ogni caso, a rivolgerci alla Corte di Giustizia Europea, nonché a manifestare il nostro dissenso, con mirate azioni di protesta, a tutela del diritto dei numerosi elettori di poter votare UCDL alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre”.