Nel 2003 i militanti di CasaPound occuparono il palazzo in via Napoleone III, nel centro storico della Capitale, per farne la sede del movimento di estrema destra.
Dopo 17 anni e diversi tentativi di riportare l’edificio nelle mani del Comune, ieri è arrivato il sequestro preventivo disposto dal gip della Procura di Roma. Il provvedimento arriva a seguito di una maxi inchiesta sul partito, con circa 10 esponenti indagati, compresi i vertici.
Le indagini hanno seguito due strade: la prima è quella dell’occupazione abusiva, in quanto l’immobile è di proprietà del Demanio; la seconda riguarda la propaganda dell’odio razziale e istigazione a delinquere. Tra i reati contestati a CasaPound c’è anche quello di discriminazione etnica e religiosa.
Ora il provvedimento di sequestro dovrà prendere forma: ciò vorrà dire che gli occupanti dovranno lasciare lo stabile, su cui verranno apposti i sigilli. Il comitato sicurezza e ordine pubblico sta valutando come fare, anche se CasaPound non è tra le urgenze di sgombero previste nella Capitale.