Amato, tirata d’orecchie alla destra dopo l’attacco a ‘Repubblica’

Nel corso di una intervista che ha rilasciato al quotidiano “La Repubblica” è intervenuto l’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato

Una vera e propria replica quella che è stata effettuata da Giuliano Amato nei confronti di Giorgia Meloni. Le parole rilasciate dalla premier, negli ultimi giorni, proprio non sono affatto piaciute all’ex presidente del Consiglio. In particolar modo all’attacco gratuito che è stato fatto nei confronti de ‘La Repubblica‘. Ed è proprio al noto quotidiano che Amato ha voluto esprimere un proprio pensiero sui recenti attacchi.

Intervista a 'La Repubblica'
L’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato (Ansa Foto) Roma.Cityrumors.it

Tanto da ricordare una frase del politico e giornalista italiano, Pietro Nenni. Quest’ultimo aveva affermato che nel caso in cui bisogna fare una critica si dovevano attuare nei confronti delle idee e mai delle persone. Aggiungendo anche che questo lo facevano i fascisti e che loro sono decisamente diversi. Poi sottolinea: “A quanto pare qui c’è qualcuno che diverso non lo è affatto“. Un chiaro riferimento alla Meloni che aveva criticato una sua recente intervista al quotidiano italiano.

Amato e quelle critiche piovute dalla destra: “Sono ancora incredulo”

Lo stesso Amato fa qualche precisazione in merito alla Consulta: la stessa ha il compito di poter sindacare le leggi che fanno le maggioranze parlamentati. Di conseguenza le Corti Costituzionali sindacano le maggioranze parlamentari. Un giudizio che, però, deve essere fondato direttamente sulla Costituzione e non sulle idee dei giudici (che siano personali e politiche). Sottolinea anche il fatto che la Corte Costituzionale, però, può diventare un nemico non indifferente del popolo.

Intervista a 'La Repubblica'
L’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato (Ansa Foto) Roma.Cityrumors.it

Sulla questione delle dimissioni dalla presidenza della Commissione Algoritmi (ruolo che la Meloni ha dichiarato di non volere) fa sapere di essere rimasto sbalordito. Anche se quello che lo ha deluso è stato altro, ovvero non si riconosceva nella situazione che si era andata a creare. Poi aggiunge: “Ero io quell’estremista politico nutrito solo da odio per la destra? Parlavano di me quando venivo evocato come partigiano senza pudore che vuole alla Consulta solo giudici di sinistra all’assalto della maggioranza di centro-destra?”.

Scalfari, in passato, gli ha dato il soprannome di “dottor Sottile” per via del suo equilibrio sui giudizi e sulla moderazione del linguaggio. Il fatto di essere stato etichettato da molti quotidiani (Libero, Giornale, La Verità) come nemico del popolo proprio è un qualcosa che non riesce a digerire. Tanto da vedersi come un personaggio odioso e spregevole.

 

 

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