Legge regionale contro il disturbo da gioco d’azzardo: a rischio 5.000 posti di lavoro

La legge regionale 5/2013 contro il disturbo da gioco d’azzardo in questi giorni è al centro di un dibattito acceso.

“Esprimiamo sostegno e piena solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori che stanno manifestando oggi davanti alla sede della Regione Lazio”, dice in una nota Acadi-Confcommercio, associazione concessionari dei giochi pubblici. 

“La norma nonostante intenda contrastare la dipendenza da gioco d’azzardo, non appare risolutiva sotto il profilo clinico-sanitario e determina un effetto espulsivo sulla sostanziale totalità del territorio attraverso l’applicazione retroattiva del distanziometro anche per le realtà già esistenti, escludendo di fatto il gioco pubblico dal Lazio.
Il 99,3% del territorio urbano sarà non utilizzabile, lasciando che questo sia terreno di conquista e proliferazione di attività illegali e criminali”.

La legge impone che sia “vietata l’apertura di nuove sale gioco che siano ubicate a un raggio inferiore a cinquecento metri da aree sensibili, quali istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente dai giovani, centri anziani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale o luoghi di culto”. L’obiettivo è quello di allontanare dai punti sensibili del territorio i luoghi dedicati al gioco d’azzardo.

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