Un dossier di Roma.Cityrumors.it. Ecco cosa vivono i romani costretti ogni giorno a prendere i mezzi pubblici per muoversi: “Mi hanno rubato due cellulari in una settimana”. “Da anni scendo e risalgo ad ogni fermata”
Ieri abbiamo raccontato della disavventura di una cronista, collaboratrice del nostro sito, che su un tram capitolino, il numero 14 (che collega la zona Prenestina-Tor De Schiavi con la stazione Termini) ha subito un tentativo di furto, da parte di una borseggiatrice. Una circostanza che si ripete quotidianamente e con grande frequenza su alcune tratte urbane. Gli interventi degli agenti di polizia sono raddoppiati e durante l’estate ci sono stati numerosi fermi e denunce a seguito di furti sulle linee della metropolitana, sui tram e in alcuni autobus.
Ma il rischio di essere derubati, non è l’unico problema che centinaia di migliaia di romani, che ogni giorno prendono i mezzi pubblici per recarsi al lavoro o per muoversi in città, sono costretti a vivere. Muoversi tra mezzi obsoleti, fatiscenti e in costante ritardo, è diventata purtroppo un’abitudine. Al pari dell’essere costretti a trasformarsi molto spesso in veri e propri ginnasti o equilibristi per riuscire a restare in piedi all’interno dei mezzi stracolmi.
Nel nostro viaggio siamo partiti proprio dal tram numero 14, che ieri è stato il protagonista del nostro racconto (fortunatamente a lieto fine). Le ore mattutine sono quelle in cui si registra il maggior numero di presenze. Lo spettacolo che si presenta davanti ai nostri occhi è terrificante: persone che dormono sui sedili occupando un’intera fila, un ammasso di persone che cercano di rimanere in equilibrio tra mille difficoltà. “La cosa che più colpisce – ci dice Luigia – è che la rassegnazione che c’è in molte persone che come me prendono questi mezzi. Sappiamo che è così”.
L’ineluttabilità è diventata una sorta di compagna di viaggio. “Questa persona che è stesa sui sedili non è un clochard, ma uno che probabilmente ha bevuto ieri notte qualche birra di troppo. Nessuno è andato da lui a chiedergli di non occupare tutti questi sedili. Anche se vicino c’erano anziani che erano costretti a stare in piedi e in bilico. C’è anche un pò di rassegnazione”. Mista a preoccupazione: “Chi poteva sapere come avrebbe reagito?”, ci dice un’altra ragazza scesa dal tram. “Posso rischiare di prendermi uno schiaffo o una testata? Non ha senso. Tra l’altro era anche sveglio: un paio di volte si è stiracchiato e si è nuovamente sdraiato”.
“Mi hanno rubato due cellulari in una settimana”
Arrivare alla stazione Termini è quasi un miraggio. “Sembra una terra di nessuno – ci confida Marco – dove tutti sono ormai autorizzati a fare qualsiasi cosa. Regna l’anarchia più assoluta e la rassegnazione”. La Stazione romana è quella dove si registrano il maggior numero di furti. Nelle fermate della metropolitana, nelle banchine e anche sugli autobus che, super affollati, partono da li. “Nel giro di una settimana io ho subito due furti del cellulare sulla linea 105″, ci confida Paolo, un ragazzo di venti anni. “Entrambe le volte era di sabato. Io e la ragazza eravamo usciti per andare al centro a fare una passeggiata a Villa Borghese e poi siamo tornati a casa con l’autobus preso ai Laziali, a Termini. Lei abita a Torpignattara, io a Torre Maura. La prima volta me ne sono accorto dopo che lei era scesa: volevo mandarle un messaggino, ma non avevo più il telefono. La seconda volta mentre eravamo ancora sull’autobus. Ed eravamo stati molto attenti”.
“Scendo e risalgo ad ogni fermata. Ormai lo faccio da anni”
Il problema del sovraffollamento degli autobus non riguarda solo i mezzi che partono da Termini. “Prendo il 558 ogni giorno per arrivare da casa mia alla metropolitana – ci dice Adriana, una donna di 45 anni che prende i mezzi per lavoro – ed ogni volta è un terno al lotto. Io ho la borsa ed ho sempre il timore che qualcuno possa aprirla. Quindi non trovando mai posti a sedere, sto con una mano sulla borsa e l’altra aggrappata alla sbarra che si trova in alto sopra i sedili. Mettiamola così: faccio esercizio ogni giorno senza andare in palestra”. Ma c’è anche chi ha studiato un modo inedito per restare in equilibrio. “Ormai ho trovato il mio modo di stare sul bus. Quasi quasi lo brevetto – scherza Riccardo – magari posso farci qualche soldo. Io sono tra quelli che generalmente non prova mai ad avventurarsi al centro del mezzo, dove si sta bloccati come sardine. Io entro e rimango il più delle volte appoggiato con la schiena sulla portiera. Lo so che è pericoloso, ma credimi, è molto più comodo rispetto allo stare in piedi tra ascelle maleodoranti e gente stretta come i carri bestiame. Preferisco cento volte scendere ad ogni fermata e poi risalire, piuttosto che stare in piedi e lottare per la sopravvivenza al centro del bus”.