La Polizia irrompe in un casolare, ribattezzato Casa degli orrori, e trova due bambini in condizioni disumane: “Ridotti peggio dei bambini del campo di sterminio”.
Qualcuno l’ha già definita “la casa degli orrori”. La Polizia ha fatto irruzione in un casolare situato alle porte della capitale ed ha trovato una scena difficile da dimenticare. A suscitare la curiosità delle forze dell’ordine erano stati i comportamenti insoliti di due bambini. Li avevano visti soli, stralunati e protagonisti di movenze assurde in mezzo alla strada, ed hanno deciso di seguirli. Quando sono rientrati in casa, hanno scoperto la verità.
Una storia assurda, ai limiti dell’immaginabile, si è conclusa con l’arresto di una donna, di 25 anni. Tutto è accaduto ad Aprilia, a pochi chilometri dalla capitale. Ciò che è successo, ha portato le forze dell’ordine a scavare nel passato della protagonista e a fare luce su una vicenda incredibile. “Avete presente Auschwitz e quello che i deportati erano costretti a subire? E’ niente rispetto a quello che accadeva in quel casolare”, hanno detto i responsabili della forze dell’ordine che hanno indagato.
La Casa degli orrori a due passi da Roma
Gli inquirenti ritengono colpevole la venticinquenne di maltrattamenti ed abusi sui suoi due figli, di cinque e sette anni. La donna è stata arrestata e ora sarà processata. I due piccoli sono stati portati all’Ospedale Bambino Gesù di Roma e vengono seguiti da medici e psicologi: gli specialisti stanno cercando di riportarli a vivere una vita normale e a regalargli quella serenità che gli è stata tolta in modo assurdo: da chi avrebbe dovuto difenderli e guidarli. “Erano ridotti come i bambini del campo di sterminio di Auschwitz”, ha ribadito l’agente che li ha trovati.
Il poliziotto li aveva visti girovagare in mezzo alla strada: soli, stanchi, spaesati e denutriti. Il fisico deformato, le ossa che spuntavano fuori dalle magliette e sulla pelle, ben visibili, morsi di topi e bruciature frutto di sigarette spente. Oltre alle condizioni di salute, che evidenziavano seri problemi, a colpire il funzionario di polizia, è stato l’atteggiamento dei due piccoli. Uno dei due ha cercato di mangiare della terra, pur di provare a fermare la fame. Quando l’agente li ha avvicinati, ha potuto constatare le enormi difficoltà dei bambini a parlare e a pronunciare frasi di senso compiuto. I due piccoli si esprimevano a gesti, cercando di comunicare in questo modo. Uno dei due poi, era non vedente.
L’agente li ha convinti a farsi accompagnare a casa. Una volta entrato nel casolare, ha potuto verificare con i suoi occhi le condizioni nelle quali i due bambini erano costretti a vivere. Gli agenti li hanno presi in custodia, ed hanno rintracciato la madre: una ragazza di venticinque anni. Dopo numerosi interrogatori è emersa la terrificante verità, che ha portato al suo arresto e all’inizio del processo.
La terribile ricostruzione: ecco come sono iniziate le sevizie
La donna aveva una relazione con un uomo, dal quale ha avuto due gemellini. Poi, nonostante la fine della loro relazione (l’ex compagno si era trasferito a Parigi, portando con se i due figli), i due hanno continuato a vedersi saltuariamente. Una relazione a distanza durata anni e che ha portato la donna a partorire altri due bambini. Il padre biologico, che vedeva la donna poche volte all’anno e solo per fugaci incontri, era all’oscuro della gravidanza e dall’esistenza degli altri due figli. Che la donna aveva accuratamente nascosto anche agli altri due gemellini. Nessuno, a parte la madre, era a conoscenza dell’esistenza dei due bambini, destinati a vivere in un casolare e a crescere senza istruzione. La 25enne aveva poi iniziato una relazione con un altro uomo, che viveva nel casolare e che si occupava (in modo del tutto inadeguato dei due bambini).
I ragazzini sono cresciuti senza padre, con una madre assente e senza la minima scolarizzazione. Hanno subito maltrattamenti e sevizie, erano denutriti e i segni delle botte subite erano ben evidenti sul loro corpo. Uno dei due ha anche perso la vista, a causa dei colpi che gli sono stati inferti e delle condizioni nelle quali è cresciuto (senza cure specifiche). La donna, quando è stata fermata, stava per lasciare l’Italia: il suo obiettivo era di trasferirsi in Francia e provare a raggiungere il suo ex compagno, per ricominciare una nuova vita con lui e i gemellini. I due bambini sarebbero rimasti nel casolare, abbandonati al loro destino.
“Cecità incipiente, lesioni e traumi”
Al momento del ricovero al Bambin Gesù, il neuropsichiatra infantile Ugo Sabotello ha potuto constatare le terribili condizioni di salute dei bambini, ed ha evidenziato come i due riscontrassero “grossi problemi dal punto di vista somatico”. Su tutte “una cecità incipiente, abbiamo riscontrato delle lesioni e dei traumi – continua Sabotello -. Ma abbiamo registrato anche una situazione grave dal punto di vista neurologico e psichiatrico, nel senso che erano bambini fortemente deprivati, bambini che probabilmente avevano avuto quanto era necessario per restare in vita e poco altro”.
Una condizione terribile, destinata a segnare per sempre la vita dei due ragazzi. Oggi sono fuori pericolo: dopo le cure necessarie e la lenta ripresa, organizzata dai responsabili sanitari dell’ospedale pediatrico romano, sono stati affidati ad una comunità. Hanno iniziato a rapportarsi con i bambini della loro età e provano a scrivere un futuro diverso rispetto a quello che sembrava scritto per entrambi. Una brutta avventura, che ha lasciato segni evidenti: nello spirito e dal punto di vista fisico: il più grande ha perso la vista, mentre il minore presenta delle difficoltà motorie al braccio destro. Problemi che li accompagneranno per tutta la vita, ma che oggi (alla luce di ciò che è successo) fanno leggermente meno paura. Per i due inizia ufficialmente una nuova avventura.