Due cuginette di 13 anni sono state violentate da un gruppo di sei coetanei al Parco Verde a Caivano, in provincia di Napoli.
È il secondo stupro di gruppo in pochi giorni dopo quello di Palermo, che ha visto vittima una 19enne.
L’episodio di Caivano sarebbe avvenuto all’interno di un capannone abbandonato che prima era utilizzato per lo spaccio di droga. Il gruppo di presunti violentatori sarebbe composto da sei ragazzini tutti minorenni e di età vicina a quella delle vittime, tranne uno che sarebbe maggiorenne e sarebbe anche stato individuato e fermato.
Le indagini sono cominciate dopo la denuncia dei genitori delle due cuginette e la violenza è stata confermata anche da referti medici ospedalieri. Il Parco Verde di Caivano è un quartiere difficile, nato dopo il terremoto del 1980 per risolvere l’emergenza abitativa di chi aveva perso la casa. Da allora però, anno dopo anno è diventato degradato e abbandonato a se stesso, al punto che la camorra ha preso il posto dello Stato.
In un’intervista esclusiva a Notizie.com, padre Maurizio Patriciello commenta: “Ci sono due modi di leggere questa storia. La prima è considerare che gli stupri e i femminicidi sono un problema che va risolto ed attraversa tutta l’Italia. La seconda è che il quartiere Parco Verde non doveva proprio nascere”.
Don Patriciello è il parroco della chiesa San Paolo Apostolo, ed è da sempre attivo per aiutare i più deboli ad uscire dalla morsa della criminalità. Per questo è finito sotto scorta, dopo che qualcuno ha lasciato una bomba carta sulla porta della sua parrocchia.
“Non hanno nemmeno 13 anni, la responsabilità maggiore non è loro”
Il prete dà la colpa agli adulti: “Ragazzini che non hanno nemmeno 13 anni non penso abbiano la responsabilità maggiore per quello che è successo. Evidentemente noi adulti non siamo stati capaci di fargli comprendere cosa siano il bene e il male. Questi giovani, di cui solo uno è maggiorenne, sono allo stesso tempo vittime e carnefici. Le ragazzine porteranno il trauma della violenza per il resto della vita, ma succederà lo stesso per il gruppo. Il problema si trasferisce sugli adulti che hanno abdicato alla gioia e al dovere di educare”.
Perché educare è anche una gioia?
“Gioia e dovere di educare vanno insieme, sono gemelli siamesi. Evidentemente non abbiamo saputo trovare nessuna delle sue cose, abbiamo abdicato. Così a questi ragazzini sono rimasti il telefono, la strada, internet e la pornografia. Uno dei presunti responsabili dello stupro di Palermo ha detto: “Eravamo cento cani sopra una gatta, una cosa così l’avevo vista solo nei porno”. Significa che ha emulato quello che ha visto: noi abbiamo abdicato e i nostri bambini hanno ricevuto altri esempi”;
Dice che il porno è un’emergenza. Perché?
“Non ne parla nessuno. La pornografia è un’emergenza e gli adulti sono i primi a farne abuso. Nei video porno i ragazzini vedono i grandi fare queste cose, quindi pensano di poterlo fare anche loro. La linea tra il mondo reale e internet è sempre più labile. Passare dal mondo virtuale che si cancella con un clic, alla realtà che non si cancella con un clic, è un attimo”.
Come si è arrivati a questo?
“Dal primo gennaio ad oggi siamo a 76 donne uccise da uomini. E c’è un problema molto serio che riguarda la famiglia, che viene sempre bistrattata. Dove questa resiste ed è sana, i ragazzi hanno la possibilità di vivere la loro età serenamente. Dove è meno presente, ai giovani restano la strada, gli amici più grandi e il ghetto. E li vediamo vestiti tutti uguali, con la stessa barba e gli stessi tatuaggi. Dove sono gli adulti? È vero, ci sono anche la chiesa e la scuola. Ma i ragazzi passano la maggior parte del tempo a casa. Dovrebbero controllarli i genitori. Hanno un’età troppo giovane per addebitare a loro lo scempio immenso che hanno perpetrato. Questi ragazzini non hanno neppure 14 anni, non è solo responsabilità loro”;
Perché secondo lei il Parco Verde non doveva proprio nascere?
“Dopo il terremoto dell’80 qui è stata fatta la cosa più semplice da fare: hanno espropriato i terreni agricoli e costruito casermoni brutti e scomodi, con un materiale scadentissimo che sono costati un occhio della testa. Ed è nato un quartiere senza infrastrutture: non c’è nient’altro. Non ci sono farmacie e anche le poche bottegucce sono illegali. Lo Stato è assente. Caivano conta 45mila abitanti, avremmo diritto a 60 vigili urbani, ma non ne abbiamo nemmeno 10. C’è un solo assistente sociale, ma non ci sono fondi per i progetti e nessuna possibilità di seguire le famiglie disagiate. Le persone sono abbandonate a se stesse. Grazie a Dio abbiamo la compagnia dei carabinieri: non smetterò mai di ringraziare il capitano Antonio Maria Cavallo, che in un anno ha arrestato 600 persone”;
Il Parco Verde è anche uno dei quartieri noti per lo spaccio di droga.
“Qui i signori della droga sono alla ricerca di manodopera spicciola. Quindi questi ragazzini sono pieni di soldi facili già a 14 anni e li vedi andare in giro con abiti firmati e lo scooter. L’analisi è troppo facile: quando gli adulti smetteranno di fare i bambini e capiranno che i bambini sono i loro figli, ci sarà una svolta importante”.