Stadio+Flaminio%2C+botta+e+risposta+tra+la+famiglia+Nervi+e+il+Comune.+Intanto+Lotito%26%238230%3B
romacityrumorsit
/news-in-tempo-reale/stadio-flaminio-botta-e-risposta-tra-la-famiglia-nervi-e-il-comune-intanto-lotito.html/amp/
News

Stadio Flaminio, botta e risposta tra la famiglia Nervi e il Comune. Intanto Lotito…

Giornata ad alta tensione sul futuro dello stadio Flaminio. La Famiglia Nervi continua a fare muro, ma il Comune alza la voce. Tutto questo mentre il patron della Lazio di fa avanti

Cosa accadrà allo stadio Flaminio? L’impianto, che è ridotto ormai in condizioni disastrate, tornerà al vecchio splendore? Qualcuno riuscirà a risollevarne le sorti e i tifosi della Lazio, che sognano di vedere la squadra biancoceleste giocare in quello stadio, riusciranno ad esaudire il loro desiderio? Mentre il Flaminio continua a versare in condizioni pietose, nelle ultime 24 ore a livello politico-istituzionale, si è vissuta una giornata davvero molto intensa: fatta di dichiarazioni al veleno, risposte piccate e proposte.

Lo stadio Flaminio e il suo futuro. Infuria la battaglia politica – Roma.Cityrumors.it

Il primo capitolo di questa lunga, ma appassionante vicenda, si è vissuto sabato sera all’Auditorium Parco della Musica (a due passi dal Flaminio), durante lo spettacolo organizzato per l’anniversario dell’inno Vola Lazio Vola di Toni Malco. Il presidente della Lazio Claudio Lotito ha aperto ufficialmente alla possibilità di far diventare l’impianto romano, il nuovo stadio di proprietà della Lazio. Risolvere il problema sarebbe cosa buona e giusta. Questo problema l’ho sollevato quando c’era la Raggi, in occasione di una festa del calcio femminile. Evocare la storia del nostro club anche con fatti concreti infrastrutturali è sempre una cosa importante, è chiaro che però deve essere anche funzionale alle nostre esigenze. Oggi nelle partite, e speriamo di prosegua così, abbiamo una presenza importante. Avere 26 mila spettatori, che è la capienza del Flaminio, mi sembra riduttivo. Minimo 45 mila? No, 50 mila. Poi c’è il problema dei parcheggi, altri problemi su cui ci sono lavori in corso”.

Il presidente della Lazio Claudio Lotito – Roma.Cityrumors.it

Poi la svolta. La prima, vera, grande ammissione, dopo anni di attesa. Lotito conferma di avere delegato un suo rappresentante a portare avanti lo studio di fattibilità. “Ho delegato un rappresentante istituzionale per occuparsi di questa situazione che si è mosso, ha iniziato a fare una serie di consultazioni. Stiamo valutando per capire quello che effettivamente si può fare. Prendere il Flaminio è semplice, lo sa pure l’assessore Onorato, il problema è poi capire cosa farci e come trasformarlo secondo le norme etc. Abbiamo in testa un meccanismo che cercherà di salvaguardare quelli che sono gli interessi primari dello Stato, della famiglia Nervi, senza andare a intaccare, per quel che si potrà, l’architettura. Però poi alla fine bisogna lavorarci. Va bene evocare la storia, però poi quando piove torniamo a utilizzare l’ombrello”.

La chiusura della famiglia Nervi

Alle parole di Lotito hanno però fatto seguito quelle della famiglia Nervi, che ha chiuso le porte in modo drastico al patron biancoceleste e al progetto della Lazio. “Vogliamo che il Flaminio torni a vivere, ma non può e non deve diventare lo stadio della Lazio: verrebbe snaturato. Se il Comune lo darà a Lotito, noi con l’appoggio delle associazioni sportive daremo battaglia”, ha dichiarato Elisabetta Margiotta Nervi, segretaria generale della Pierluigi Nervi Project Foundation, che invece si è detta pronta a sposare il progetto di Cassa Depositi e Prestiti che, insieme al Credito Sportivo, sta lavorando ad una cittadella dello sport che coinvolge anche il PalaTiziano e l’area fino all’ex galoppattoio di Villa Glori. “Non abbiamo interessi economici, né di altro tipo, ma questa è la proposta giusta anche peri romani. Così il Flaminio tornerebbe alla città e non verrebbe snaturato nella forma e nell’architettura, rimarrebbe perfettamente inserito nel quartiere. Il progetto della Lazio? Ci sono criteri oggettivi, ripresi dal vincolo di tutela del Ministero della Cultura, che sono identitari del Flaminio e che devono essere rispettati. È un monumento nazionale perché presenta alcune caratteristiche peculiari. Dunque va protetto, come il Colosseo o l’Arena di Verona. Non siamo d’accordo pure sulle eventuali attività commerciali che verrebbero fatte. Lotito giustamente ha bisogno di 45 mila posti. Per realizzarli verrebbe meno l’aspetto estetico del Flaminio, che è perfettamente inserito nel quadrante. Le tribune formano un’onda che sembra adagiarsi accanto alla collina dei Parioli e ne riprende il movimento”.

Erba alta e seggiolini rotti. Ecco lo stato in cui versa il Flaminio – Roma.Cityrumors.it

Elisabetta Margiotta Nervi continua a nutrire dubbi sul progetto di Lotito: “Se il numero di seggiolini da 20 mila diventasse 40 mila, non sarebbe un altro stadio? E poi pensate alla copertura: l’impianto di Nervi verrebbe imprigionato e imbavagliato da una struttura esterna. Che poi mi chiedo dove sorgerebbe, c’è poco spazio per i piloni. Il Flaminio non può essere utilizzato come una sorta di zoccolo per metterci sopra un’altra arena. Non va distrutto, che non vuol dire non fare nulla: è un falso mito”. La famiglia Nervi tira in ballo anche il Campidoglio: “Ricordo al Comune che c’è un importante studio, realizzato con La Sapienza e la Getty Foundation, che è nei cassetti in Campidoglio. E si può utilizzare per capire come recuperare un’opera così importante. Mi domando perché l’Amministrazione non ne tenga conto. Non abbiamo potere decisionale. Ma se lo danno alla Lazio, noi possiamo fare ricorso. Di certo non resteremo a guardare come nulla fosse”.

Onorato: “Il Flaminio è una vergogna nazionale. Decide il Comune”

Non si è fatta attendere la risposta del Comune di Roma, che attraverso le parole dell’assessore Onorato, ha ribadito: “Sono contro le polemiche, sono dell’idea che gli stadi vanno fatti e non devono esserci ingerenze di polemiche varie.
Il Flaminio oggi, al contrario di quanto dice Elisabetta Nervi che parla di un monumento nazionale, penso invece sia una vergogna nazionale. Ogni volta che si prova a fare qualcosa c’è qualcuno che si arroga il diritto di sostenere che l’interesse pubblico viene meno. Se la Lazio vuole fare lo stadio al Flaminio non deciderà la famiglia Nervi, ma il Comune di Roma che conferma la totale disponibilità. E’ un anno e mezzo che lo diciamo, se il presidente della Lazio fa sul serio le porte sono aperte. I ricorsi eventuali li può fare chiunque, siamo in un paese democratico. Poi se qualcuno ritiene che un progetto al Flaminio possa far venir meno dei diritti va bene, proceda, ma se c’è un sano equilibrio nell’interesse pubblico e privato poi i progetti e la città vanno avanti. I romani, al netto delle fedi calcistiche, non ne possono più. Non è normale che abbiamo un’impiantistica sportiva ancorata agli anni ’60. Io mi vergogno di questa cosa. Se la Lazio vuole fare un investimento lì e sviluppare una cittadella dello sport, noi siamo pronti ad ascoltare, così stiamo dando il massimo sostegno alla Roma per il progetto a Pietralata. Gli investimenti creano lavoro”.

L’assessore Alessandro Onorato – Roma.Cityrumors.it

Cosa succederà ora? Nei mesi scorsi Onorato aveva più volte incalzato Lotito, sostenendo che da parte del patron biancoceleste non c’erano stati segnali. Ora la situazione è cambiata? “Con Lotito parlo spesso. A noi piace parlare poco ed agire. Non possiamo aspettare in eterno. Questo stadio non può diventare il simbolo del decadimento. Si deve arrivare ad un puntoLa priorità è della Lazio, ci sono delle aspettative popolari importanti, ma questo non significa che non ci siano alternative. Al netto delle interlocuzioni servono i fatti. Gli interrogativi si superano con i progetti, con gli studi di fattibilità, con delle analisi urbanistiche. Chi lo dice che non si possa fare la copertura al Flaminio? E’ chiaro a tutti che uno stadio con la copertura ha un valore maggiore. Tra l’altro l’impatto acustico sarebbe inferiore” .