Shock anafilattico, come avviene e come intervenire subito per impedire il peggio

Avere uno shock anafilattico può spaventare tutti perchè può sorgere in modo improvviso e si teme di non sapere gestire la situazione. Ecco come fare.

E’ capitato certamente a tutti almeno una volta di parlare con qualcuno che ha avuto uno shock anafilattico e di avere ascoltato quanto sia stata forte la paura, specialmente perché questa reazione può essersi manifestata in modo inaspettato. Sapere quando questo può verificarsi non può che essere importante in modo tale da ridurre “l’effetto sorpresa” e capire così come poter arginare il problema.

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Lo shock anafilattico è una delle reazioni allergiche che fa più paura – Foto | Roma.cityrumors.it

Si tratta fortunatamente di una situazione piuttosto rara, che riguarda 4-5 casi su 100 mila soggetti e che può essere, anche se raramente anche mortale (0,006%). Questa è la reazione allergica più grave, in conseguenza del contatto con una sostanza che si comporta da allergene.

Shock anafilattico: è possibile prevederlo?

I soggetti allergici in genere fanno dei test periodicamente, cosa che permette loro di sapere quali siano le sostanze che possono provocare in loro una reazione, in modo tale da evitare ogni contatto. A volte, però, anche questo potrebbe non bastare, specialmente se si tratta di qualcosa di alimentare che non si sapeva fosse presente in una pietanza, ma anche perché con il tempo queste situazioni possono variare.

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A volte si fatica a respirare a causa dell’allergia – Foto | Roma.cityrumors.it

Il timore di andare incontro a uno shock anafilattico per chi vive una situazione simile non può quindi che essere forte, soprattutto se questo dovesse succedere quando si trova da solo e non si sa bene cosa fare. Non può che essere importante capire se ci siano dei segnali che possono essere “premonitori” e che consentono di evitare il peggio.

Purtroppo non esiste una vera e propria azione preventiva, si può quindi agire solo dopo che si è avuto un episodio è dunque importante essere già a conoscenza di cosa possa verificarsi, in modo tale da evitare ogni contatto con la sostanza “sospetta”.

Può essere utile comunque portare con sé una penna contenente adrenalina, in modo tale da muoversi in maniera tempestiva in caso di problemi. Questa può essere somministrata per via intramuscolare, come un’iniezione, o per via endovenosa, riservata ai casi più gravi e possibile solo in ospedale.

I sintomi e le sostanze che possono provocarlo

Riconoscere i sintomi che sono segno di uno shock anafilattico non può quindi che essere determinante per agire e successivamente contattare un medico. In genere se l’allergene viene somministrato per via endovenosa questi si manifestano da cinque minuti a mezz’ora, mentre si sale a due ore quando il contatto avviene per via orale.

Non sempre le conseguenze possono essere gravi, a volte possiamo notare prurito o problemi respiratori che possono risolversi in breve tempo. Nei casi più gravi, invece, si può andare incontro ad arresto respiratorio e arresto cardiaco o, addirittura, a perdita di coscienza fino a finire in coma. Ci sono poi persone che possono riscontrare crampi addominali e nausea, vomito ripetuto o diarrea. Altri invece manifestano rossori e formicolii agli arti o bruciore e gonfiore alle labbra e alla lingua.

Tra le sostanze che possono provocarlo ci sono farmaci a uso orale l’aspirina il Bentalan (il cortisone), gli antibiotici, come la penicillina, e la vitamina B12. Non si devono trascurare anche gli anestetici locali (anche quello che viene somministrato dal dentista), i vaccini, alcuni chemioterapici e alcuni anti emorragici.

Frequenti sono le allergie anche agli alimenti, le più diffuse sono a riso, uova, cioccolato, legumi e latte, oltre ad alcuni pesci, quali salmone, merluzzo e crostacei, come gamberi e frutti di mare in genere. C’è chi ha avuto problemi anche con la frutta secca (noci, arachidi e noccioli) e la frutta fresca (kiwi e fragole), oltre a verdure come funghi e pomodori.

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