Una sentenza shock: la donna è stata condannata ad un anno e sette mesi. Ha reagito dopo aver visto le foto inviate dalla figlia ad un ragazzo più grande
Una vicenda destinata a far discutere. Una mamma di 40 anni è stata condannata con l’accusa di maltrattamenti in famiglia nei confronti della figlia, allora dodicenne. La donna si era infuriata dopo che aveva visto dal profilo Instagram dell’adolescente, che aveva inviato una foto osè ad un ragazzo più grande di lei.
La mamma si è infuriata, ha dato uno schiaffo alla ragazza (che le ha provocato un graffio) ed ha pronunciato verso di lei parole umilianti, evidenziando anche il mancato aiuto nelle faccende domestiche. I fatti risalgono al 2016. Tre anni dopo la minorenne ha raccontato tutto ai servizi sociali, che sulla base del racconto, hanno dato il via all’inchiesta. La mamma è stata condannata a un anno e sette mesi di reclusione con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.
La procura aveva chiesto tre anni per la mamma
Il pubblico ministero aveva richiesto per la donna una maxi pena di tre anni. La sentenza è stata pronunciata dai magistrati del collegio della prima sezione penale del Tribunale. La pena è stata poi trasformata in un percorso di recupero da parte della donna. La mamma dovrà seguire dei corsi specifici: in caso di mancanza di frequenza, per lei si apriranno le porte del carcere.
La sentenza fa discutere. Alla base del giudizio dei Magistrati ci sarebbero anche altri precedenti: la famiglia viveva in un contesto sociale disastrato. La mamma ha cresciuto i suoi figli (la ragazza che ha sporto denuncia e altri due figli più piccoli) da sola, senza il minimo aiuto del padre. Con loro c’era anche la nonna: anziana e non autosufficiente. La mamma, che provava a districarsi tra lavori saltuari e gestione della casa, chiedeva spesso alla figlia dodicenne di aiutarla nelle faccende domestiche. Un particolare che ha portato i giudici ad emettere la sentenza.
Condannata perchè ha chiesto alla figlia di aiutarla nelle faccende domestiche
Oltre allo schiaffo, infatti, alla donna è stato contestato il peso psicologico addossato alla figlia sul bisogno di occuparsi di nonna e fratelli quando lei era fuori casa per lavoro. Un particolare che sta facendo discutere ed ha portato i social a dividersi. “Posso tranquillizzare i genitori italiani che la signora non è stata condannata per lo schiaffo dato alla figlia, dopo avere scoperto che mandava foto osé” ha sottolineato Alfonso Sabella, presidente della prima sezione penale, ribadendo che la condanna era legata ad altre motivazioni. L’avvocato della donna, continua invece a chiedersi: “Ma davvero è possibile giudicare maltrattamento uno schiaffo dato alla figlia perché invia foto osé a uno sconosciuto?”