Roma, licenziata perché ha dato del “tu” a una socia: ma cosa c’è veramente dietro?

Ha perso il lavoro per aver dato del “tu” a una socia della ditta presso cui prestava servizio: c’è qualcosa dietro o sono tutti impazziti? 

La dipendente è stata licenziata dopo essersi rivolta ad una socia del Circolo dandole del “tu”. Il Circolo ha allontanato l’addetta considerandola scortese e poco adeguata a prestarvi servizio. L’inserviente ha reagito facendo ricorso. C’è qualcosa dietro o a Roma i rapporti lavorativi si fanno via via più difficili?

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Circolo dei Canottieri, licenziata per aver dato del “tu” (Roma.cityrumors.it)

La triste vicenda è accaduta presso il Circolo Canottieri di Roma, dove il “tu” è considerato lecito solo tra soci (e rispettivi animali da compagnia). Nel caso del personale, come l’addetta alle pulizie protagonista del licenziamento, si rende obbligatorio rivolgersi ai soci con la formula di cortesia.

Ha dato del “tu” a una socia del Circolo: licenziamento in tronco a Roma

Il Circolo romano, di cui fece parte persino il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, gode di un prestigio tale da obbligare rigorosamente il personale a dare del “lei” a signori e signore. Non si tratta di una regola scritta, bensì quasi di una tradizione ferrea portata avanti da sempre tra le mura e i giardini.

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In tribunale a gennaio: licenziata per “giusta causa”, ha dato del “tu” a una socia (Roma.cityrumors.it)

Proprio per via di questa “usanza”, il Circolo sulle rive del Tevere si vedrà coinvolto in un processo in tribunale. Lo scorso 7 giugno, un’addetta alle pulizie, Samantha, 50enne di Roma, si sarebbe rivolta con scortesia ad una socia a bordo piscina, addirittura lanciandole contro un asciugamano.

Questa donna, la quale ha denunciato l’accaduto a chi gestisce il Circolo dei Canottieri, è una manager e moglie di un noto medico del Policlinico Gemelli, per di più in stato di gravidanza. Pochi mesi più tardi, l’inserviente ha ricevuto una lettera di licenziamento e ha perso il lavoro “per giusta causa”. Dopo aver rifiutato un’offerta economica da parte del Circolo, ha fatto ricorso.

Licenziata “per giusta causa” per aver dato del “tu” a una socia

Cosa c’è dietro la vicenda del pronome “scortese” rivolto a una donna del rango della signora oggetto di atteggiamento sconveniente? L’accaduto ha portato a far luce sul trascorso burrascoso dell’inserviente. Il caso sarà esaminato in tribunale, ma la motivazione che ha fatto esplodere la bomba non è nient’altro che una ciliegina sulla torta.

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Circolo dei Canottieri di Roma in tribunale (Roma.cityrumors.it)

La donna per anni aveva ricevuto lettere di richiamo a causa di diverse inadempienze. Ecco che l’episodio del “tu” è stato solo un pretesto per mandarla via. In fin dei conti, a Roma si è abituati a dare del “tu” persino a Papi e principi.

Samantha parteciperà alla prima udienza il prossimo gennaio. La vicenda ha reso evidente quanto ancora siano importanti i Circoli a Roma: luoghi storici dove personaggi illustri cenano, trattano di affari e stringono alleanze. In realtà, la regola del “tu” esiste ma non è rigida a tal punto da far licenziare un inserviente. Lo stesso presidente, Paolo Vitale, ha confermato quanto sia normale che scappi un “tu” per abitudine.

Si può essere licenziati con la motivazione di aver dato del “tu”?

La storia di Samantha sta dando seguito a tutta una serie di dubbi: se quella di essersi rivolta con il “tu” a una socia è puramente una scusa, è possibile renderla una motivazione tanto grave da punire un dipendente con il licenziamento in tronco? L’avvocato di Samantha non è d’accordo: “la verità è che il Circolo ha voluto ingigantire una piccola cosa con lo scopo di alleggerire il numero dei dipendenti”, dice lui.

Addirittura, la diretta interessata nega che l’episodio che l’ha incriminata sia mai accaduto. La verità, stando a quanto raccontato dalla gestione del Circolo dei Canottieri, vedrebbe la donna al centro di accuse più gravi che negli anni hanno esasperato i superiori: nel 2022 ha ricevuto una lettera di richiamo per 13 ritardi in un mese, due anni dopo anche per 21 ritardi in un mese. Ancora, è già stata sospesa due volte e segnalata dall’INPS per aver eluso una visita fiscale.

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