Giornata di forti tensioni nella capitale. In concomitanza con lo sciopero dei tassisti, ci sarà una nuova agitazione in pieno centro
Come se non bastasse. Roma, da sempre è la città dove le principali sigle dei sindacati organizzano le loro manifestazioni. Un modo per raggiungere il numero più alto di persone e per far sentire la propria voce. Ma la capitale è spesso costretta a fare i conti con gli immancabili disagi che questo tipo di manifestazioni si trascinano, con evidenti problemi in tema di ordine pubblico. Per domani infatti, oltre alla mobilitazione dei tassisti, che hanno organizzato uno sciopero di 14 ore (dalle otto di mattina alle ventidue di sera) e una manifestazione a Piazza san Silvestro (destinata a creare disagi alla mobilità), è infatti in programma un altro presidio.
A scendere in piazza saranno infatti le forze di Polizia, stanche di essere tirate in ballo dopo le ultime vicende. “La politica degli ultimi vent’anni ci ha disarmato togliendoci autorità e autorevolezza. Siamo sotto tiro, sembriamo l’orsacchiotto del Luna Park. Basta con le parole di circostanza e solidarietà dalle istituzioni e dalla politica ci aspettiamo la volontà di cambiare le cose da chi se non da loro, ne vale della tutela di noi operatori e della sicurezza degli italiani”. Questo il programma che i rappresentanti delle Forze dell’Ordine hanno stilato per annunciare un presidio con volantinaggio, in programma domani a Roma.
L’appuntamento è stato dato in Piazza del Viminale. Italia Celere, la principale organizzazione sindacale che racchiude le forze di Polizia, ha deciso di organizzare una forma di protesta per rispondere agli attacchi ricevuti nelle ultime settimane. Da parte dell’opinione pubblica e nelle piazza. A Milano un agente è stato accoltellato da un extracomunitario, che alla stazione stava infastidendo numerose persone; a Roma invece le forze dell’ordine sono state aggredite da circa 250 manifestanti, che si erano staccati dal corteo che voleva raggiungere l’Auditorium di via della Conciliazione dove si stava svolgendo la seconda giornata degli Stati Generali della Natalità.
I motivi della protesta delle forze di Polizia
“Tutti fanno carriera con le belle foto dei poliziotti da social e media. Noi rischiamo davvero la vita. La gente per assicurarsi impunità e libertà, ci accoltella, ci bastona, ci manda in ospedale. Lo Stato democratico è inconcepibile che ci si divida tra il bene e il male. Tra il giusto e lo sbagliato. Passa il messaggio per cui uccidere un poliziotto è giusto, se lo si vuole“, è stato specificato nel comunicato che annuncia la mobilitazione generale. “La scelta di apparire ha creato un clima di odio nei nostri confronti, oggi la polizia è un prodotto da vendere e non lo strumento efficace per arginare la criminalità. L’Italia resta il paese al mondo col più elevato numero di morti per mafie, di attentati a politici, magistrati ed ora è il paese con più poliziotti feriti gravemente durante il servizio e, paradosso, col più elevato numero di poliziotti indagati”.
Una presa di posizione forte: un segnale che le forze dell’ordine intendono lanciare all’opinione pubblica. “Scendiamo in piazza a fare un presidio con volantinaggio sotto il Viminale per far sentire alle Istituzioni il malessere che vive la gente in Divisa”, ha dichiarato ai microfoni di Notizie.com Andrea Cecchini, portavoce di Italia Celere. “Siamo abbandonati da uno Stato che sceglie la via dell’apparenza a quella dell’efficienza, noi Poliziotti abbiamo le mani legate e se non ci difendiamo finiamo in ospedale, se ci difendiamo prima che ci ammazzano finiamo in tribunale”.
La doppia valutazione dei fatti di Milano: da eroi e carnefici nel giro di ventiquattro ore
Cecchini punta l’indice su come le forze dell’ordine siano state additate in occasione degli ultimi eventi. E di come si siano ritrovate in una posizione scomoda: da una parte la necessità di proteggersi e di intervenire, dall’altra la possibilità di finire nell’occhio del ciclone e in Tribunale, in caso di intervento. “Basti pensare a quello che è accaduto a Milano nel giro di 24 ore”, ribadisce ancora Andrea Cecchini ai microfoni di Notizie.com in esclusiva. “Il giorno prima un collega per poco muore accoltellato da un immigrato, il giorno dopo un collega si difende e difende gli altri colleghi e i passanti e viene indagato”.
Una situazione difficile da accettare: “Insomma, è tutto un paradosso e per questo scendiamo in strada, perché le Istituzioni e la gente comune devono comprendere che la libertà di tutti passa per le regole e noi abbiamo il dovere di applicarle facendole rispettare. Perché, è bene capirci, se continuiamo di questo passo non avremo forse noi il problema ma ce l’avrà la gente comune che non troverà difesa di fronte ai soprusi e alle violenze”, ribadisce con forza. Il portavoce delle forze dell’ordine spiega le difficoltà con le quali gli agenti sono costretti a lavorare e il modo con cui certi ordini impartiti, siano poco efficaci. Da un punto di vista lavorativo e in termine di protezione, mediatica e personale.
Cecchini: Degrado sociale e politico”
“Ecco, ragioniamo bene sull’impatto mediatico, sociale, umano e politico che ha il comando usate solo gli scudi“, spiega Cecchini. “Da quel giorno di Pisa si sta riscrivendo una nuova storia del Paese ma che poi è sempre la stessa: la politica fa il bello e il cattivo tempo tanto non risponderà mai nè delle dichiarazioni, delle parole, nè delle decisioni….noi invece in strada dobbiamo decidere in pochi secondi rispondendo direttamente!! Questo è degrado sociale e politico”.