Pignoramenti e precetti, è allarme: cosa sapere e come difendersi; il problema dei tempi

I tempi, quando si tratta di pignoramenti e precetti, rappresentano il fulcro di tutto e bisogna sapere cosa fare e come difendersi.

Sono diverse le fattispecie che possono rientrare in queste circostanze, si va infatti da assegni emessi a mutui, da condanne da parte del giudice a contratti firmati. Una serie di sfaccettature che determinano un’azione conseguente. Il tempo tra questo precetto e il pignoramento effettivo però è determinante.

Pignoramenti e precetti come difendersi
Pignoramenti e precetti: i termini e le tempistiche da rispettare – Roma.Cityrumors.it

Molti non conoscono effettivamente le modalità con cui avviene un pignoramento, non sono informati sui tempi da rispettare e, di conseguenza, non sanno come agire anche laddove vogliano provare a rettificare la posizione debitoria in cui si trovano.

Pignoramenti e precetti: i termini e le tempistiche da rispettare

Prima di un’esecuzione forzata infatti il creditore è tenuto a notificare l’atto, quindi un ultimo avvertimento al soggetto che deve pagare. Questo viene emesso e poi si attendono 10 giorni da quel momento fino all’esecuzione vera e propria. Il pignoramento comunque raramente avviene allo scoccare dell’undicesimo giorno, questo è quasi impossibile e sicuramente improbabile.

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Pignoramenti e precetti, come funzionano i tempi – Roma.Cityrumors.it

Tendenzialmente ci vogliono comunque delle settimane se non mesi prima che si consumi il reale prelievo dei beni. In questo arco di tempo però il debitore non può modificare il patrimonio, in particolare quello di rilievo che non va ceduto o donato, altrimenti il rischio è peggiorare solo la situazione.

Il termine di 10 giorni è fondamentale per tutelarsi quindi per adempiere ai propri obblighi, rispettando quanto dovuto e determinando la cifra che bisogna corrispondere a terzi. In caso contrario è anche la tempistica idonea per potersi preparare a quelle che saranno le conseguenze. Chiaramente la soluzione migliore è pensare a una dilazione, così da poter sanare la propria posizione debitoria.

Se non vengono determinati accordi, allora scatta il pignoramento e quindi il debitore inadempiente dovrà sottostare alla procedura esecutiva che viene svolta da un ufficiale giudiziario. Il creditore però può comunque avere delle tutele, può chiedere di consultare l’anagrafe tributaria per conoscere in anticipo i beni di quel soggetto, avviare un pignoramento relativo ai beni ad esempio mobili, conti, auto, pensione, stipendio.

Il precetto, questo non tutti lo sanno, decade dopo 90 giorni. Questo vuol dire che, se il tutto non viene effettuato entro questi tre mesi, di fatto perde validità. Concretamente, guardando alle tempistiche effettive dichiarate dagli enti, sicuramente non avviene mai prima di un mese dalla decisione del tribunale. Queste sono procedure lunghe ed elaborate, ma ovviamente tutelarsi in modo adeguato e trovare un accordo per poter rispondere a quanto richiesto è la soluzione migliore.

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