Nel cellulare di Ubaldo Manuali, il netturbino 59enne arrestato per violenza sessuali, i video degli stupri e le chat con le vittime: “Abbiamo fatto sesso?”…”Certo, me lo hai chiesto tu”
Drogava le donne con cui usciva, le violentava, filmava gli atti sessuali e li girava ai suoi amici. E non contento, quando le donne chi cui abusava si svegliavano e chiedevano lumi su ciò che era accaduto la sera prima, inventava storie incredibili, prendendosi gioco di loro. Si stringe ancora di più il cerchio intorno ad Ubaldo Manuali, il netturbino 59enne in carcere con l’accusa di aver drogato e violentato tre donne.
Dalle intercettazioni e dalla lettura delle chat sul suo telefono (lo stesso dove sono stati trovati i video delle violenze e le conversazioni con amici e colleghi dove si vantava delle sue prestazioni e dove inviava i filmati) emerge un quadro ancora più desolante: ma che chiarisce ulteriormente le responsabilità e il coinvolgimento dell’uomo. Manuali rispondeva ai messaggi delle donne, che la sera prima aveva violentato, realizzando un vero e proprio castello di bugie.
Il rituale era sempre lo stesso, ed è stato svelato da una delle vittime: le malcapitate venivano trovate in chat e dopo messaggi e qualche appuntamento, si arrivava ad una cena galante, generalmente nella casa del netturbino. Manuali, secondo l’accusa, avrebbe drogato le vittime (nella sua abitazioni è stato rinvenuto il lormetazepam, una droga che fa addormentare le donne) e poi avrebbe abusato di loro. Quando le donne si risvegliavano, spesso ancora stordite e in preda ad uno stato confusionario, chiedevano spiegazioni su ciò che era successo la sera prima: “Quanto mi hai fatto bere ieri?”, “Abbiamo fatto l’amore?”, “Sì, lo volevi. Dicevi che era da tanto che non lo facevi”, “Sarà…mi sembra di essermi addormentata mentre lo stavamo facendo”.
Le chat che confermano i dubbi delle vittime
Chat che aggravano ulteriormente la situazione per il 59enne di Riano, in carcere con l’accusa di violenza sessuale plurima e diffusione illecita di immagini a contenuto sessuale. A pubblicare le chat “incriminante è il Corriere della Sera. La conversazione è tra Manuali e una donna di 47 anni, che ricorda poco o nulla di ciò che accaduto nella casa dell’uomo: “Forse un po’ hai esagerato”. “Dovevi fermarmi”, “Ma eri così contenta…eri carica”. “Eh… le donne non reggono l’alcol… Abbiamo fatto l’amore?”, “Sì, lo volevi. Dicevi che era da tanto che non lo facevi…”, “Sarà.. Non ricordo niente”.
La squadra Mobile di Viterbo è partita dai ricordi vaghi delle donne e dall’assenza di memoria dell’accaduto. . Il racconto di una delle vittime è simile a quello fatto da un’altra. E le chat confermano tutto: “Ma davvero siamo stati assieme? Mi sembra incredibile che mi sia addormentata”, gli chiede un’altra, perplessa, senza però che le nasca il sospetto. “Ma ti pare che se volevo fare qualcosa di losco poi mi fermavo a dormire qui?, risponde lui.
Le tre violenze ripercorrono lo stesso rituale: Manuali ha fatto bere le tre donne: uno spritz alla prima vittima, vino rosso alla seconda e prosecco alla terza: dopo aver bevuto, la loro lucidità crolla di colpo. Il lormetazepam fa immediatamente effetto e fa perdere loro lucidità. Il presunto stupratore ne approfitta e le costringe a rapporti sessuali mentre loro sono assopite, spesso completamente inermi. I ricordi, il giorno dopo, sono vaghi, incerti. Ma i video, che l’uomo ha filmato sul suo cellulare ed ha inviato agli amici, secondo l’accusa, hanno aiutato a chiarire la verità.
“Chi sei, perchè mi baci”, “Sono il tuo fidanzato”
In un video trovato sul cellulare dell’uomo emerge ancora di più lo stato di incapacità nel quale le donne si trovavano durante le violenze. Nel filmato si vede Manuali (che conservava il video nella memoria del cellulare) che baciava e toccava la vittima, che intanto gli chiedeva: “Chi sei? Perché mi stai baciando”, “Sono il tuo fidanzato — risponde lui — non preoccuparti”. Rassicurazioni che in fase di indagine si ritorcono contro di lui perché testimoniano l’incapacità delle donne di rendersi conto di quanto accadesse. L’uomo invece aveva costruito tutta un’altra verità: alle vittime che gli chiedevano spiegazioni, diceva che i rapporti c’erano stati e che loro erano “scatenate”. Con i suoi amici si vantava delle conquiste e diffondeva senza vergogna i video delle sue serate, spacciandosi per un infallibile seduttore. Non specificando che in quel momento stava abusando di corpi inermi: di donne che erano state precedentemente narcotizzate.