“Sono addolorato per ciò che è successo, chiedo scusa alla ragazza e alla sua famiglia”.
Christian Maronia, uno dei sette indagati per lo stupro della 19enne a Palermo, sembra pentito davanti al giudice per le indagini preliminari Marco Gaeta. “Sono tornato indietro insieme al ragazzo di 17 anni per aiutarla. Mi è stato detto che la ragazza era consenziente”.
Parole che forse non basteranno alla giovane vittima e ai suoi familiari e forse nemmeno al resto d’Italia, per scusare il gesto che ha commesso insieme ai suoi amici. “Mi sono rovinato la vita. Mi era stato detto che la giovane era d’accordo. Ho anche una fidanzata e non avrei mai fatto una cosa simile. Io non conoscevo la ragazza, non l’avevo mai vista prima”.
Durante l’interrogatorio è emerso che Angelo Flores, il giovane identificato come il cameraman, avrebbe mostrato un video: “Si vedeva che lei sarebbe stata disposa a questa esperienza. Ad organizzare tutto è stato Flores”.
Su TikTok è stato aperto un profilo su Cristian Maronia, sul quale sono stati pubblicati sei video: “Quando tutta Italia ti incolpa per una cosa privata, ma nessuno sa che sei stato trascinato dai tuoi amici”. E ancora: “Non ero in me quando è successo”.
Ermal Meta: “Il dolore di uno stupro dura per sempre”
Sull’accaduto è intervenuto anche Ermal Meta in un’intervista a TG1 Mattina Estate: “Quando subisci uno stupro quel dolore dura per sempre”, dichiara, spiegando i tweet che ha pubblicato ieri sullo stupro di Palermo. “Ciò che ho scritto d’istinto è stato dettato dalla rabbia di un libero cittadino. Il dolore non deve essere necessariamente personale per poterlo sentire. Ho conosciuto persone che hanno subito stupri e dopo vent’anni il loro dolore è ancora vivo”.
“Quando compi uno stupro – aggiunge il cantante – l‘eco di quel crimine dura per tantissimo tempo. Io non ho conosciuto stupratori che hanno fatto 25 anni di galera, ma ho conosciuto vittime di stupro che hanno fatto 20 anni di psicofarmaci. Non è quella forse una prigione?“.
Ermal Meta ritiene di non aver scatenato odio: “Io non ho scatenato nessun odio. L’odio viene scatenato da una certa passività. Spesse volte il non interesse su quello che accade viene travestito da una sorta di garantismo, e non può essere più così”.
“Educare è giusto, ma se non funziona è giusto punire”
L’artista ricorda che “è giusto educare, ma è giusto anche punire qualora l’educazione non funzioni. Tutti i giorni incontro persone che esprimono le proprie paure e la più grande paura è diventata quella dell’altro”.
Le provocazioni del giovane scarcerato sui social
Intanto il giovane che al momenti dello stupro era minorenne, è stato trasferito in comunità. Nonostante ciò continua a pubblicare sui socia. Ieri ha scritto: “C’è qualche ragazza che stasera vuole uscire con noi?”. E ancora: “La galera è di passaggio, si ritorna più forti di prima”.
Oggi gli interrogatori sono continuati per gli altri tre arrestati venerdì con l’accusa di violenza sessuale di gruppo nei confronti della ragazza di 19 anni. Oltre a Maronia, 19 anni, è stato sentito Samuele La Grassa e Elio Arnao.