Simona Foroni, mamma di Mia, una ragazza romana di 14 anni, continua a battersi per cercare di consentire alla figlia di proseguire gli studi in una scuola pubblica
La sua storia ha fatto scalpore ed ha portato alla luce una situazione assurda. Per certi versi paradossale. Simona è la mamma di Mia, una ragazza di 14 anni che a dicembre scorso, a metà dell’anno scolastico, decise di cambiare scuola. Come spesso accade a numerosi ragazzi, Mia si è accorta che la scelta fatta (il Liceo Classico) si è rivelata sbagliata. Il rapporto conflittuale con alcuni docenti poi, ha peggiorato la situazione, convincendola a cambiare rotta. A dicembre ha lasciato il Liceo Orazio ed ha optato per scienze umane. Ma da quel momento in poi per la famiglia di Mia è iniziato un vero e proprio calvario.
Simona ha iniziato a muoversi, chiedendo a numerose scuole del Lazio di poter iscrivere sua figlia. Nessuna ha risposto in modo positivo. Per evitare di perdere l’anno, la madre iscrisse la figlia ad una scuola paritaria, che le permise di diplomarsi (con ottimi voti). Durante l’estate la situazione non è cambiata. Simona ha continuato a bussare a numerose porte, trovando però sempre ostacoli e difficoltà. Il suo obiettivo era permettere alla figlia di continuare a studiare ed evitare il pagamento di una retta (obbligatoria in caso di iscrizione ad una scuola privata). “Faccio l’impiegata, alla mia prima figlia penso solo io perchè non ho un euro di mantenimento dal padre, divido il mutuo dell’appartamento con il mio nuovo compagno, con il quale ho un’altra figlia. Posso pagare 400 euro al mese di scuola? E non ho intenzione di farle cambiare indirizzo di studi, dopo quello che è già accaduto. Non è giusto. Il diritto allo studio è sancito dalla Costituzione. Posso capire che in qualche paese possano esistere dei problemi, ma che a Roma non ci sia una scuola che possa accoglierci, mi sembra assurdo”, dichiarò ai nostri microfoni qualche settimana fa.
Con l’inizio delle scuole ormai ad un passo, la situazione non è cambiata. Anzi. Simona e Mia hanno cambiato residenza, spostandosi nel Comune di Guidonia. Una mossa fatta per cercare di trovare una risposta ai problemi nei comuni limitrofi alla capitale. Ma nè a Tivoli, nè a Guidonia, nè a Monterotondo o in altri comuni, si è trovato posto per Mia. A pochi giorni dal suono della campanella, Mia ha ricevuto una telefonata: “L’Ufficio scolastico Regionale mi ha comunicato che l’unica scuola che avrebbe dato disponibilità è il Liceo Montale a Via di Bravetta. Sono rimasta spiazzata – dichiara Simona in esclusiva a Notizie.com – dopo quasi un anno di telefonate, richieste, di porte chiuse in faccia, mi viene proposta una scuola che si trova a 30 km da casa nostra. Mia figlia, che ha 14 anni, non ha la patente e neanche le macchine elettriche, dovrebbe prendere 5 mezzi pubblici: la metropolitana e quattro autobus, più un tragitto a piedi di quasi due chilometri. Salvo traffico, scioperi e problemi di varia natura, perderebbe circa cinque ore e mezza al giorno sui mezzi pubblici. Una situazione insostenibile”.
La scelta obbligata di una scuola privata
Una possibilità che Simona e Mia non possono prendere in considerazione. Uno schiaffo dopo mesi e mesi di telefonate e richieste. Simona si trova costretta a guardare altrove. Nonostante non navighi nell’oro, sta pensando ancora una volta di rivolgersi a delle scuole private. Nelle scuole pubbliche romane sembra che non ci possa essere spazio per sua figlia. “Ho preso appuntamento il 6 settembre alla scuola Alfred Nobel a Colli Aniene. Anche quella non è vicinissima, ma almeno non sarebbe costretta a fare il giro di Roma”.
Simona incontrerà presto i responsabili della scuola privata. “Continuerò a portare avanti le mie richieste, trovo assurdo che non ci sia una scuola pubblica dove mia figlia possa studiare. Dovrò sentire i responsabili della scuola privata per capire se, nel caso a metà anno dovesse arrivare qualche proposta seria, potrò cambiare tranquillamente e non essere costretta a pagare la retta. Ad oggi questa scuola privata è l’unica idea possibile”.